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03 maggio 2024, Aggiornato alle 16,47
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Infrastrutture

Ente Bacini di Genova, nel 2011 attività in calo del 25 per cento

Lo scorso anno sono entrate meno navi nel bacino dello storico polo delle riparazioni navali del capoluogo ligure, e si sono ridotti anche i giorni per gli interventi su ciascuna unità 


Nell'anno appena trascorso le navi entrate in bacino sono state 75, a fronte di una media storicamente attestata intorno alle cento unità. E' questo il dato che soprattutto preoccupa i vertici di Ente Bacini, la società che gestisce il polo delle riparazioni navali di Genova, che ha presentato il bilancio relativo alle attività del 2011. Anche gli interventi sulle navi sono durati meno giorni, con un incremento significativo solo nel mese di novembre, con il rinnovo della nave di Costa Crociere "Romantica", che la compagnia a fine lavori ribattezzerà "Neo Romantica". Il consiglio di amministrazione della società guidato dall'ad Luigi Aligata e in cui ci sono rappresentanti dell'Autorità portuale, dei Riparatori navali e della Cooperativa Santa Barbara, ha deciso di intervenire elaborando un nuovo piano industriale, anche se la situazione al momento non presenta criticità insormontabili. L'obiettivo è di rendere la struttura più solida, specie sotto il profilo commerciale. Ma su questo punto i soci risultano divisi.  Nel confronto aperto in Confindustria le società di maggior peso (come Mariotti e San Giorgio) puntano ad una struttura totalmente privata, mentre le aziende più piccole (circa 60) sono tendenzialmente contrarie, così come i sindacati, che guardano con preoccupazione alle attività Mariotti-San Giorgio a Marsiglia, dove già le due aziende hanno un cantiere totalmente privato. In mezzo Ente Bacini, che sta mettendo a punto la sua proposta: una concessione in esclusiva a medio termine "vuoto per pieno" ad aziende che ne facciano domanda (si presume, una delle big genovesi) in grado di garantire un sufficiente flusso di navi e lavoro anno dopo anno, su due bacini. Gli altri tre bacini potrebbero ricevere navi in eccedenza dai gruppi più grandi, o unità di armatori che scelgono autonomamente di riparare la nave a Genova, o di clienti portati dalle aziende più piccole, che per loro stessa struttura non possono richiamare clienti con la stessa costanza di cui è capace una grande società. Questo per il fatto che i "piccoli" - magari per dimensioni, più che per fatturato - sono specializzati in singole lavorazioni, e quindi non possono fornire a un armatore un pacchetto completo, ma più spesso lavorano in sub-appalto per i "grandi", che non a caso si definiscono anche "contractor", come avviene nelle opere pubbliche, dove c'è un grande soggetto che ripartisce il lavoro tra soggetti più piccoli.