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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Politiche marittime

E se una petroliera affondasse di fronte Genova?

Ministero dell'Ambiente organizza nell'Alto Tirreno una delle più grosse simulazioni di un disastro in mare: un incendio a bordo di una nave cisterna di fronte il porto ligure. Coinvolte le guardie costiere e le autorità di Italia, Francia e Principato di Monaco. A breve la conferenza stampa della Capitaneria italiana

Cosa accadrebbe nell'alto Tirreno se una grande nave cisterna piena di petrolio prendesse fuoco e rilasciasse in mare una grande quantità di bunker? La risposta è ovvia: un disastro. Per questo il ministero dell'Ambiente ha terminato proprio in queste ore una delle più imponenti simulazioni di emergenze in mare con una esercitazione che ha coinvolto attivamente Italia, Francia e Principato di Monaco, parti dell'accordo Ramoge stipulato nel 1976 per la tutela del mare. Alle operazioni hanno presenziato anche autorità e mezzi spagnoli e di diversi organismi comunitari e internazionali.
L'esercitazione Ramogepol è iniziata con un incendio scoppiato a bordo di una nave cisterna in rotta verso il porto petroli di Genova, con il ferimento di tre membri dell'equipaggio. Il bunker è stato simulato con il lolla di riso che si è diretto verso le acque francesi, rendendo necessario l'allertamento e il coinvolgimento delle autorità d'oltralpe.
All'imponente simulazione hanno preso parte, oltre alla Guardia Costiera e alle corrispondenti autorità francesi e monegasche, la Marina Militare, la Prefettura, i Vigili del Fuoco, il 118, tutti gli operatori portuali, gli enti territoriali e quelli scientifici: in tutto venti istituzioni tutte a vario titolo competenti ad intervenire nel caso di inquinamento marino. Sono intervenuti anche 18 mezzi aerei e navali della Capitaneria di porto. Un ruolo centrale nell'esercitazione antinquinamento è stato svolto dagli uomini e dai mezzi della flotta navale specializzata che opera in regime convenzionale alle dirette dipendenze del Ministero dell'Ambiente, per il contenimento e la raccolta operativa delle chiazze di idrocarburi.
Per Stefania Prestigiacomo, Ministro dell'Ambiente, l'esercitazione Ramogepol 2011 (l'accordo internazionale prevede che se ne svolga una ogni anno) ha consentitp «di verificare, con il massimo realismo possibile, il grado di risposta di enti, uomini e mezzi preposti al soccorso e alla lotta all'inquinamento, con un'attenzione specifica per i diversi gradi, necessari, di coordinamento: un test necessario in un mare, il Mediterraneo, che pur costituendo meno dell'uno per cento della totalità dei mari del pianeta, ospita – nel suo prezioso habitat naturale - un traffico di navi e merci di particolare intensità, bisognoso di specifiche e costanti attenzioni».