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28 marzo 2024, Aggiornato alle 09,52
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Logistica

Data hub e imprese fidate. L'ambiziosa riforma doganale dell'Unione europea

La Commissione europea ha presentato una profonda revisione del sistema, basata su un unico portale e l'intelligenza artificiale. Si parte nel 2028 per estenderla a tutti nel 2038

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea (European Parliament/Flickr)

a cura di Paolo Bosso

La Commissione europea ha presentato mercoledì una serie di proposte per una profonda riforma del sistema doganale dell'Unione europea. Sarebbe, per le proposte presentate, la più ambiziosa riforma dalla sua istituzione, nel 1968.

La riforma abbraccia la trasformazione digitale puntando a ridurre il mare di documentazione che la caratterizza, sostituendo le dichiarazioni tradizionali con un approccio più intelligente e basato sui dati di importazione, con l'obiettivo di semplificare il lavoro delle imprese che trafficano merce. Allo stesso tempo, le autorità doganali disporranno degli strumenti e delle risorse necessarie per intervenire con controlli più veloci. Dovrebbe avviarsi su base volontaria nel 2028, essere revisionata nel 2035, per poi diventare obbligatoria per tutti dal 2038.Vediamo di cosa si tratta.

In primo luogo, verrebbe istituita una nuova autorità doganale dell'Ue che supervisionerà il traffico tramite un unico data hub doganale per tutti i Paesi membri, dove verranno registrate le attività delle imprese. Un data hub con informazioni in tempo reale che sostituirà l'infrastruttura informatica attuale, portando, secondo i calcoli della Commissione Ue, a un risparmio di 2 miliardi di euro all'anno in costi operativi. A livello di strumenti digitali una delle novità sarà l'utilizzo dell'intelligenza artificiale per gestire una tale mole di informazioni, così da ottimizzare da un lato le attività di ricerca e verifica, dall'altro di anticipare la spedizione preparando per tempo le documentazioni necessarie che la accompagnano durante il viaggio. Le imprese avrebbero un unico portale su cui interfacciarsi e un unico comando per inviare i dati sulle spedizioni. Un archivio doganale digitale di questo tipo potrebbe rivelarsi molto utile per le spedizioni e-commerce, cresciute molto nell'ultimo decennio, soprattutto da quando è scoppiata la pandemia nel 2020. 

La riforma prevede inoltre la nascita della categoria delle imprese "affidabili e controllate", trust and check, le aziende più grandi o quelle che lavorano da più tempo, che potranno immettere le loro merci in circolazione nell'Ue senza alcun intervento doganale attivo, grazie alla gestione automatizzata del data hub. La categoria trust & check si affiancherà agli Operatori Economici Autorizzati (AEO), una figura fondamentale nel mondo degli spedizionieri e della logistica in generale. «Questa nuova partnership con le imprese - spiega la Commissione europea presentando la riforma doganale - è una prima mondiale. Si tratta di un nuovo potente strumento per sostenere le imprese e il commercio dell'Ue. L'hub di dati doganali dell'Ue consentirà l'importazione di merci con un intervento doganale minimo, senza compromettere i requisiti di sicurezza, protezione o antifrode».

La riforma abolisce l'attuale soglia in base alla quale le merci di valore inferiore a 150 euro sono esenti da dazio doganale, pesantemente sfruttato dai truffatori. Fino al 65 per cento di tali pacchi che entrano nell'Ue sono attualmente sottovalutati, per evitare i dazi doganali all'importazione. Viene inoltre semplificato il calcolo dei dazi doganali per le merci di basso valore più comuni acquistate al di fuori dell'Ue, riducendo le migliaia di possibili categorie di dazi doganali a sole quattro. Ciò renderà molto più semplice il calcolo dei dazi doganali per i piccoli pacchi, aiutando sia le piattaforme che le autorità doganali a gestire meglio il miliardo di acquisti di e-commerce che entrano nell'Ue ogni anno. La Commissione Ue prevede che questo nuovo regime di commercio elettronico apporterà entrate doganali aggiuntive per 1 miliardo di euro all'anno.

L'intelligenza artificiale sarà utilizzata per analizzare e monitorare i dati e per prevedere i problemi prima ancora che le merci abbiano iniziato il loro viaggio verso l'Ue. Ciò consentirà alle autorità doganali dell'Ue di concentrarsi nelle attività di controllo, creando un filtro più efficace sulle merci contraffatte o illegali. Potrebbe inoltre contribuire a garantire un'adeguata riscossione di dazi e tasse. Questo nuovo regime doganale, spiega la Commissione Ue, «migliorerà sostanzialmente la cooperazione tra le autorità doganali e la vigilanza del mercato».

Le piattaforme di vendita online sarebbero direttamente responsabilizzate sul pagamento delle tasse sui prodotti e sui disservizi di trasporto. Sarebbe un importante allontanamento dall'attuale sistema doganale, che attribuisce la responsabilità al singolo consumatore e ai trasportatori. Le piattaforme di e-commerce, infatti saranno responsabili di garantire che i dazi doganali e l'IVA siano pagati all'acquisto, e quindi i consumatori saranno più difficilmente colpiti da costi nascosti o scartoffie impreviste all'arrivo del pacco. In poche parole, niente più dazi a sorpresa.

La riforma presentata dalla Commissione europea risponderebbe alle pressioni in cui operano le dogane dell'Ue, alle prese con una molte enorme di dati provenienti da decine di Paesi industrializzati, oltre a un volume di traffico destinato ad aumentare spinto dall'e-commerce. Risponderebbe all'affastellamento normativo che caratterizza le dogane europee, che gestiscono 27 apparati differenti, quanti sono i Paesi membri. Sarebbe più elastica di fronte ai mutevoli contesti geopolitici. Infine, semplificherebbe e razionalizzerebbe gli obblighi di dichiarazione doganale per gli operatori, riducendo i tempi di importazione e fornendo un'unica interfaccia doganale dell'Unione europea con un'unica banca dati.

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