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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Corte Ue boccia divieto italiano di guidare veicoli esteri

La norma era stata introdotta nel 2018 dal governo a guida 5Stelle-Lega


È illegittimo vietare a chi è residente in uno Stato membro dell'Unione europea di guidare un veicolo con targa estera, imponendone la reimmatricolazione in quello Stato. Perlomeno se l'utilizzo del mezzo è solo temporaneo. Lo ha stabilito la Corte Ue, bocciando di fatto la stretta sui "furbetti delle targhe estere", che fu introdotta dal governo italiano (allora a guida 5Stelle-Lega) nel dicembre del 2018.

La Corte si è pronunciata, racconta Il Sole 24 Ore, sulla questione sollevata dal Giudice di pace di Massa Carrara, cui un cittadino residente in Italia aveva fatto ricorso contro le pesanti sanzioni (previste dall'articolo 93 del Codice della strada, nella versione modificata dal Dl Sicurezza) comminategli perché guidava un'auto con targa slovacca intestata alla moglie, residente in Slovacchia. La norma italiana vieta la guida di veicoli con targa estera da parte di persone che risultino residenti in Italia da più di 60 giorni. Chi lo viola è punito con una multa di 711 euro e la confisca del mezzo. Quest'ultima è evitabile solo con la reimmatricolazione con targa italiana entro 180 giorni.

La Corte ha confermato il parere del giudice italiano proprio sotto il profilo del Tfue (trattato sul funzionamento dell'Unione europea): ritiene che i casi come quello della coppia sanzionata a Massa siano qualificabili come movimento di capitali, tutelati dall'articolo 63 del Tfue. Secondo tale norma, sono vietate tutte le restrizioni ai movimenti di capitali tra Paesi membri. Tra esse rientrano, conclude Il Sole 24 Ore, tutte le misure imposte da uno Stato membro tali da dissuadere i soggetti colà residenti dal contrarre prestiti in altri Stati membri.