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14 maggio 2025, Aggiornato alle 09,15
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Armatori

Confitarma, "meno burocrazia per il mare"

All'assemblea degli armatori, la relazione del presidente Emanuele Grimaldi tra occupazione, economia, ambiente e pirateria. Il comparto è forte ma vuole norme efficienti e una rappresentanza istituzionale più incisiva


Il presidente Confitarma Emanuele Grimaldi, nel giorno dell'assemblea dell'associazione nazionale di rappresentanza degli armatori italiani, ha riassunto nella relazione di apertura lo stato di salute dell'economia marittima italiana e mondiale, tracciando un panorama completo di questo mondo fatto di armatori e porti.

Occupazione e formazione
Le attività marittime in Italia producono ogni anno beni e servizi pari a 40 miliardi di euro, il doppio di comparti strategici come le telecomunicazioni e i servizi.
In Europa l'occupazione del settore è di 2,3 milioni di persone. In Italia sono 215mila le persone impiegate direttamente, a cui si aggiungono altri 265mila nell'indotto. Negli ultimi tre anni l'occupazione dei marittimi italiani e comunitari è cresciuta del 4,7%, con punte del 9% per i marittimi comuni e del 6% per gli ufficiali, soprattutto nel settore crociere e traghetti.
Attualmente in Europa sono 38mila gli studenti e i cadetti che si preparano nelle accademie marittime, di questi 3mila sono in Italia.

Economia
L'armamento del Vecchio Continente controlla il 40% del tonnellaggio mondiale, contribuendo al Pil Ue con 145 miliardi di euro.
La flotta italiana conta 1.500 navi, pari a 18 milioni di tonnellate: è praticamente raddoppiata negli ultimi 10 anni. Per dimensione, l'Italia è la seconda flotta mercantile d'Europa e la quarta nel mondo. Nel 2013 la bandiera mercantile italiana è passata dal nono al quinto posto nella White List del Paris Memorandum of Understanding sul Port State Control.
Il flusso commerciale mondiale è cresciuto nel 2013 del 2,7%, crescerà del 2,6% nel 2014 e si prevede un +4% nel 2015. Di questo flusso, il 90% (arrotondando per eccesso) è trasportato via mare.

Famiglia
Grimaldi ha definito «capitalismo familiare» l'economia marittima italiana, tradizionalmente guidata da compagnie a conduzione familiare, con una gestione di tipo capital intensive (cioè ad alta intensità di capitale).

Burocrazia e rappresentanza 
C'è un «pesante fardello burocratico», afferma Grimaldi, che grava sul settore marittimo italiano e non solo. Come ha sottolineato il presidente Confindustria Giorgio Squinzi, sono circa 80mila le leggi in Italia, tra nazionali e regionali. 
Secondo il presidente Confitarma il governo italiano dovrebbe avviare una riorganizzazione legislativa marittima che segua l'esempio dell'ENAC. La Grecia ha ricostituito il ministero della marina mercantile, la Francia ha il segretariato generale che si interfaccia con il presidente della repubblica, la Spagna Puertos del Estado che dipende dal ministero dei Trasporti, l'Italia in pratica il ministero dei Trasporti e basta. Il nostro paese aveva fino al 1993 il ministero della marina mercantile, ad oggi è «l'unico paese del Mediterraneo – afferma Grimaldi – ad aver suddiviso le competenze del settore marittimo-portuale tra numerose amministrazioni che spesso non comunicano tra loro e non possono quindi elaborare una strategia politica marittima unitaria». Vedremo l'articolo 29 del decreto Sblocca Italia a cosa porterà. 

Pirateria
La legge 130/2011 autorizza l'imbarco di Nuclei Militari di Protezione (personale della Marina) nella difesa delle navi battenti bandiera italiana che attraversano tratti di mare ad alto rischio di attacco pirata. Dall'arrivo della legge, sono stati 350 i viaggi mercantili italiani che hanno imbarcato uomini della Marina militare, a cui si aggiungono 50 protetti da società di sicurezza private (i cosiddetti contractor, autorizzati successivamente con il decreto legge 266 del 28 dicembre 2012, pubblicato in Gazzetta Ufficiale a marzo 2013). Grimaldi ha chiesto l'istituzione di una legge anche per i contractors, più facili da imbarcare e con conseguenze molto meno complicate in caso di scontro armato, vedi fucilieri della Marina italiana arrestati in India. Ad oggi siamo alla quinta proroga, che dura non più di sei mesi, per l'autorizzazione all'uso dei contractor.

Ambiente
Negli ultimi cinque anni lo shipping mondiale ha ridotto le emissioni di CO2 del 20%. Si stima che nel 2012 abbia prodotto il 2,2% delle emissioni totali di gas serra nel mondo (2,8% nel 2007).
Dal 1990 ad oggi, a fronte di un aumento del 50% del trasporto del petrolio via mare, il volume degli sversamenti di idrocarburi dalle navi cisterne si è ridotto dell'80%.
Grimaldi ha definito il settore marittimo sotto «assedio ambientale» a causa delle normative internazionali che entreranno in vigore dall'anno prossimo, stabilite e applicate dall'International Maritime Organization. In breve, imporranno una drastica riduzione dei contenuti di zolfo nei combustibili navali in alcune zone caratterizzate da un alto traffico marittimo. Gli armatori italiani si stanno attrezzando principalmente installando dei filtri, senza comprare da capo nuovi motori (soluzione molto più costosa). Gli scrubber, così si chiamano questi filtri autorizzati dalla direttiva europea 2012/33, costano singolarmente tra i 4 e i 9 milioni di euro.

Cabotaggio
Grimaldi si è soffermato sui problemi affrontati quest'estate da alcuni armatori nelle tratte turistiche verso la Grecia e la Sardegna. E' stato molto duro verso iniziative «pseudo-armatoriali» che «hanno male interpretato la filosofia dei servizi low-cost, tipici del settore aereo, utilizzando navi vecchie di trent'anni ed oltre, che sarebbe meglio inviare alla demolizione». Ha chiesto così all'Europa e all'Italia un «corretto accesso ai traffici cabotieri nazionali, riservato ad armatori genuinamente comunitari e solo ad essi, cioè ad armatori che battono bandiera di uno Stato membro dell'Unione».

Banche
Qui è stato più generico (anche perché rispetto ad altri settori quello armatoriale è in ottimi rapporti con i finanziamenti bancari), limitandosi a chiedere più flessibilità, rendendo più stabile il rapporto con l'Associazione Bancaria Italiana.

Servizi tecnico-nautici
Bruxelles sta pianificando una regolamentazione uniforme e uguale per tutti i porti europei sui servizi di rimorchio, pilotaggio e ormeggio. Per quanto riguarda l'Italia Grimaldi auspica, in particolare per il rimorchio portuale, «la possibilità di operare alle stesse condizioni dei concorrenti comunitari, molto più competitivi specie sotto il profilo dell'organizzazione del lavoro». Il timore del presidente Confitarma è che «i criteri adottati nella determinazione dei bandi di gara e le rigidità sindacali sull'organizzazione del lavoro si traducano in incrementi di costi oggettivamente non sostenibili».
 
Nella foto al centro, Emanuele Grimaldi, presidente Confitarma.