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17 aprile 2024, Aggiornato alle 18,17
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Commercio mondiale in forte ripresa, eccetto i servizi

Gli interscambi rimbalzano del 10 per cento anno su anno, molto più velocemente delle recessioni del 2009 e del 2015. Ma i flussi sono troppo sbilanciati sull'Asia orientale

Il terminal container del porto di Ravenna

La ripresa del commercio mondiale dopo il primo lockdown primaverile del 2020 ha raggiunto un livello record nel primo trimestre di quest'anno, aumentando del 10 per cento anno sull'anno e del 4 per cento sul trimestre precedente. Lo rende noto il Global Trade Update dell'UNCTAD pubblicato oggi.

L'impressionante rimbalzo economico è trainato dalla ripresa delle esportazioni dell'Asia orientale, soprattutto la Cina, da diversi mesi fuori dalla pandemia e con la produzione industriale a pieno regime, che gli ha permesso di capitalizzare una domanda globale in forte espansione (che tra l'altro potrebbe correre ben oltre gli sforzi per decarbonizzare il trasporto). Al contrario, il settore energetico ha continuato a rimanere indietro e il commercio internazionale di attrezzature di trasporto è rimasto ben al di sotto della media. 

Il rapporto UNCTAD prevede che il commercio continuerà a crescere anche nella seconda metà dell'anno, più in Asia orientale e nei paesi sviluppati che in quelli occidentali. La previsione complessiva per il 2021 indica un aumento di circa il 16 per cento degli interscambi rispetto al punto più basso raggiunto nel 2020, di cui per il 19 per cento per i beni e per l'8 per cento per i servizi.

La più veloce ripresa da una recessione
Secondo il rapporto, le importazioni e le esportazioni di alcune delle principali economie del mondo mostrano che, con poche eccezioni, il commercio si è ripreso già dall'autunno scorso. «Il commercio globale ha registrato una ripresa più rapida dalla recessione causata dalla pandemia rispetto alle ultime due recessioni commerciali», commenta l'economista dell'UNCTAD Alessandro Nicita, che ha lavorato al rapporto. Ci sono voluti quattro trimestri dopo l'inizio della recessione, a marzo 2020, per vedere il commercio mondiale tornare ai livelli pre-recessione. Così, i primi tre mesi del 2021 hanno visto una crescita degli interscambi del 4 per cento rispetto all'ultimo trimestre del 2019. Dalla recessione del 2009 ci sono voluti nove trimestri per la ripresa, ben tredici per quella del 2015, e in entrambi i casi, come per la recessione di oggi dovuta alla pandemia, a fare da locomotiva è stata l'Asia.

Tanti interscambi, pochi servizi
C'è un ma, però. Il rapporto afferma che nel primo trimestre di quest'anno mentre il valore degli scambi di merci è stato superiore al livello pre-pandemia, gli scambi di servizi rimangono sostanzialmente al di sotto delle media. in particolare, è il commercio globale di prodotti correlati al COVID-19 che è rimasto forte durante il trimestre. Anche se c'è da sottolineare che la tendenza a una maggiore ripresa dell'interscambio dei beni rispetto ai servizi è comune a tutte le principali economie, rileva il rapporto.

Quali sono i Paesi trainanti?
Cina, India e Sud Africa, che hanno registrato, sempre nel primo trimestre di quest'anno, risultati relativamente migliori rispetto alle altre principali economie industrializzate. Le esportazioni cinesi, in particolare, hanno registrato un forte aumento non solo rispetto alle medie del 2020 ma anche in relazione ai livelli pre-pandemici. Al contrario, le esportazioni dalla Russia sono rimaste ben al di sotto della media del 2019.

In altre parole, la ripresa del commercio è disomogenea, soprattutto tra i paesi in via di sviluppo. È l'Asia orientale a spingere il commercio Sud-Sud, ma quando si escludono i dati sul commercio con quest'area si rimane al di sotto della media. 

Il rapporto UNCTAD mostra che nel primo trimestre del 2021 il valore delle esportazioni è rimasto al di sotto della media le economie in transizione, cioè quelle del Medio Oriente, dell'Asia meridionale e dell'Africa. Sebbene le esportazioni del Sud America siano aumentate rispetto al primo trimestre del 2020, sono rimaste al di sotto della media del 2019. Il valore delle importazioni e delle esportazioni di merci dai Paesi in via di sviluppo è stato sostanzialmente superiore rispetto al primo trimestre del 2020 e al primo trimestre del 2019, di circa il 16 per cento. Inoltre, nel primo trimestre del 2021 il commercio ha continuato a rimbalzare non solo nei settori legati al COVID-19, come i prodotti farmaceutici, le comunicazioni e le apparecchiature per ufficio, ma anche in altri come i minerali e l'agroalimentare.

L'UNCTAD prevede che il valore del commercio globale di beni e servizi raggiungerà i i 6,6 trilioni di dollari nel secondo trimestre del 2021, equivalente a un aumento anno su anno di circa il 31 per cento rispetto al punto più basso del 2020, e di circa il 3 per cento rispetto al 2019.

Queste prospettive si giocheranno su una serie di fattori. La riduzione delle restrizioni alla mobilità delle persone, il persistere del trend positivo dei prezzi delle materie prime, la riduzione delle politiche commerciali protezionistiche e più in generale da condizioni macroeconomiche e fiscali favorevoli. «Tuttavia, i pacchetti di stimolo fiscale, in particolare nei paesi sviluppati, dovrebbero sostenere con forza la ripresa del commercio globale per tutto il 2021», conclude Nicita, con «il valore del commercio globale dovrebbe aumentare anche a causa delle tendenze positive sui prezzi delle materie prime».

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Tag: economia