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07 ottobre 2024, Aggiornato alle 17,00
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Politiche marittime

Assiterminal al Senato: includeteci nelle comunità energetiche

I terminalisti portuali propongono un ferrobonus orizzontale, uno "stop&go" sui canoni e l'inclusione della categorie nelle associazioni per la produzione autonoma di energia

(Glen Wallace/Flickr)

Si è svolta questa mattina l'audizione presso la VIII Commissione del Senato in merito all'iter di conversione del DL 68/2022 (cosiddetto MIMS III)  nel corso della quale Assiterminal ha presentato tre proposte per sviluppare la portualità italiana: incentivazione intermodale, l'inclusione dei terminalisti nelle "comunità energetiche" e un adeguamento sui canoni di concessione che tenga conto delle crisi economiche in atto. 

Ferrovie e trasporto combinato
Assiterminal propone un'incentivazione all'intermodalità ferroviaria da e verso i porti, in linea con le reti transeuropee di trasporto (TEN-T) e favorendo gli investimenti dei terminalisti sulle infrastrutture di collegamento ferroviario. La proposta normativa è aperta agli stakeholder anche andando a rivedere i parametri che sino ad oggi hanno governato il ferrobonus. Si prevede infatti un successivo decreto direttoriale del ministero delle Infrastrutture per estendere l'incentivo in maniera più orizzontale, anziché filtrarlo attraverso la distribuzione tramite le singole autorità di sistema portuale. L'obiettivo avviare questo ferrobonus più esteso entro il 2025.

Transizione energetica
La base è il rapporto tra domanda e offerta dei privati. Nell'iter di conversione del DL 50 Assiterminal ha chiesto di includere i terminalisti portuali nelle neo costituende "comunità energetiche", cioè un'associazione composta da enti pubblici locali, aziende, attività commerciali o cittadini privati che si dotano di infrastrutture per la produzione di energia. La proposta per i terminal portuali è la possibilità di creare consorzi privati o misti, per renderli più appetibili sul mercato.

Canoni di concessione
Una modifica nei criteri di adeguamento della misura del canone concessorio, «più aderente al contesto ma anche agli scenari: siamo reduci da un più 7,95 per cento per il 2022 che ha in parte sterilizzato alcuni ristori del biennio covid e non vorremmo trovarci in analoga situazione il prossimo anno, con le attuali prospettive inflattive. Proponiamo pertanto uno stop&go per un riequilibrio economico-finanziario».

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