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10 settembre 2025, Aggiornato alle 19,19
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Uniport e Assiterminal contro l'imposta regionale dei porti della Campania

Una tassa sui canoni di concessione carica di arretrati per cinque anni. I terminalisti protestano: "Ingiustificata e unica nel suo genere"

Il terminal container del porto di Napoli (conateco.it)

Con una lettera inviata a tutte le imprese operanti nei porti di Napoli, Salerno e Castellammare, l'Autorità di sistema portuale (Adsp) del Tirreno Centrale sta richiedendo un'imposta sui canoni di concessione - da corrispondere alla Regione Campania - che per l'anno corrente può variare (a seconda della durata dell'atto di concessione) dal 10 al 25 per cento del canone annuo, oltre alla richiesta di arretrati per i precedenti 5 anni.

Un'iniziativa, quella dell'Adsp, che non è piaciuta affatto ai terminalisti portuali, che la giudicano un aggravio "ingiustificato" dei costi e unico rispetto agli altri porti italiani. «Il risultato è che - affermano in una nota congiunta Pasquale Legora de Feo e Tomaso Cognolato, rispettivamente presidente delle associazioni Uniport e Assiterminal - molti operatori della logistica portuale campana entro il 15 settembre prossimo, un termine assolutamente inusitato e senza precedenti, si troveranno nella condizione di dover procedere al pagamento di importi aggiuntivi a quanto dovuto per l'ordinario canone di concessione demaniale. Per di più con la pretesa di sanzioni aggiuntive, interessi e spese che potrebbero arrivare a più che raddoppiare l'importo da pagare».

«Una tale situazione - continua la nota - costituisce l'ennesimo atto che va in direzione contraria rispetto a un'esigenza di visione sistemica della portualità nel Paese da tempo reclamata da tutto il cluster marittimo portuale italiano, peraltro dopo che il recente Decreto infrastrutture non ha certamente appianato il contezioso sull'ingiustificato aumento del 2023. Evidente l'aggravio ingiustificato di costi in una fase oggettivamente critica per gli operatori della logistica e un freno alla competitività delle imprese. Sicuramente una condizione senza pari in altre regioni italiane, che rischia un effetto emulatorio e che altera di fatto la capacità dei porti campani di competere in mercati che sono di dimensioni ben più ampie del territorio di una singola regione e in, alcuni casi, addirittura può mettere a rischio investimenti programmati e livelli occupazionali».

«Uniport e Assiterminal - conclude la nota firmata da Legora de Feo e Cognolato - non faranno mancare, come sempre, il loro supporto agli operatori dei porti della Campania per trovare in tutte le sedi, giurisdizionali e politiche (regionali e nazionali) le soluzioni idonee a salvaguardare la competitività e la sopravvivenza delle imprese ed a ristabilire condizioni concorrenziali, se non identiche almeno compatibili, con quelle di imprese localizzate in altre Regioni che operano negli stessi mercati nazionali e internazionali».

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Tag: napoli - economia