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29 aprile 2024, Aggiornato alle 14,10
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Politiche marittime

Una governance internazionale degli oceani. La proposta Ue

Bruxelles delinea un'agenda per una migliore gestione dei mari fondata su un approccio intersettoriale basato su norme


L'economia mondiale degli oceani è stimata intorno a 1 300 miliardi di euro. I cambiamenti climatici, la povertà e la sicurezza alimentare sono alcune delle sfide globali che possono essere affrontate efficacemente se gli oceani sono meglio protetti e gestiti in modo sostenibile. E' quanto sostengono la Commissione europea e l'Alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, che hanno adottato una comunicazione congiunta nella quale vengono proposte azioni finalizzate al conseguimento di oceani sicuri, puliti e gestiti in modo sostenibile. L'Ue delinea un'agenda per una migliore governance degli oceani fondata su un approccio internazionale, intersettoriale e basato su norme. La proposta definisce 14 azioni in 3 settori prioritari: 1) migliorare il quadro internazionale di governance degli oceani; 2) ridurre la pressione antropica sugli oceani e creare le condizioni per un'economia blu sostenibile; 3) potenziare la ricerca e i dati sugli oceani a livello internazionale.


1. Migliorare il quadro internazionale di governance degli oceani


Le norme vigenti in materia di oceani richiedono un ulteriore sviluppo e una migliore attuazione per far fronte alle problematiche connesse, ad esempio, alle zone al di fuori della giurisdizione nazionale e all'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile concordati a livello internazionale, come l'obiettivo di creazione del 10% di zone marine protette entro il 2020. L'UE coopererà con i partner internazionali per garantirne l'attuazione e ospiterà nell'ottobre 2017 la conferenza "I nostri oceani" per definire iniziative coerenti con tali impegni. Entro il 2018 la Commissione elaborerà inoltre orientamenti in materia di esplorazione e valorizzazione delle risorse naturali nelle zone soggette a giurisdizione nazionale.


Sulla base della strategia per la sicurezza marittima, l'Unione europea collaborerà con i paesi partner per ridurre le minacce e i rischi connessi alla sicurezza marittima, quali la pirateria, la tratta di esseri umani, il traffico di armi e stupefacenti, e al tempo stesso valorizzerà appieno le possibilità della nuova Guardia costiera e di frontiera europea, dell'Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA) e dell'Agenzia europea di controllo della pesca (EFCA). Inoltre, l'UE è fortemente impegnata nelle missioni di politica di sicurezza e di difesa comune e nelle operazioni nel Mediterraneo e nell'Oceano Indiano. L'operazione EUNAVFOR Atalanta contrasta attivamente la pirateria al largo delle coste somale, mentre l'operazione EUNAVFOR MED Sophia si sta adoperando per smantellare le reti di trafficanti e passatori e, ad oggi, ha salvato oltre 28mila vite umane nel Mediterraneo centromeridionale.


2. Ridurre la pressione antropica sugli oceani e creare le condizioni per un'economia blu sostenibile


Con l'entrata in vigore dell'accordo di Parigi, la Commissione si adopererà per rafforzare alle azioni che hanno un impatto sugli oceani per adempiere agli impegni nazionali e internazionali, a partire dalla Giornata degli oceani alla COP 22 che si terrà a Marrakech il 12 novembre 2016. Gli oceani assorbono il 25% dell'anidride carbonica generata e sono pertanto un elemento importante per la regolazione del clima e, se non si interviene per contenere riscaldamento e l'acidificazione degli oceani, potrebbero perdere tale funzione.


La lotta alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (pesca INN) costituisce una priorità per l'UE. Almeno il 15% delle catture mondiali, pari a un valore di 8-19 miliardi di euro all'anno, è illegale. L'Ue, in quanto leader nella lotta contro la pesca INN, promuoverà un'azione multilaterale e rafforzerà il ruolo di Interpol nella lotta alla pesca INN. La Commissione avvierà un progetto pilota che, avvalendosi delle comunicazioni satellitari, avrà l'obiettivo di controllare la pesca illegale a livello mondiale.


Un'altra grave minaccia per gli oceani è costituita dai rifiuti marini. Nell'ambito del piano d'azione per l'economia circolare, l'Ue proporrà entro il 2017 una strategia per le materie plastiche che contribuirà a ridurre i rifiuti marini di almeno il 30% entro il 2020.


La Commissione lavorerà all'elaborazione di orientamenti internazionali sulla pianificazione dello spazio marittimo entro il 2025 e contribuirà a espandere le zone marine protette in tutto il mondo grazie a finanziamenti nel quadro dei programmi "Orizzonte 2020" e "LIFE".


3. Potenziare la ricerca e i dati sugli oceani a livello internazionale


Si stima che il 90% dei fondali oceanici sia ancora inesplorato. Meno del 3% è utilizzato per attività economiche. Una maggiore comprensione e una conoscenza scientifica solida sono fondamentali per gestire in modo sostenibile le risorse oceaniche e ridurre la pressione antropica. La rete dei dati blu (la rete europea di osservazione e di dati dell'ambiente marino - EMODnet) raccoglie i dati provenienti da oltre 100 organismi di ricerca marina ed è accessibile a tutti. La Commissione proporrà soluzioni per sviluppare questa banca dati e trasformarla in una rete mondiale di dati marini.

Le azioni proposte saranno ora discusse con gli Stati membri dell'Ue in sede di Consiglio e Parlamento europeo.