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02 maggio 2024, Aggiornato alle 08,59
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Eventi

Sud, le imprese rischiano una ripresa senza occupazione

Report Confindustria-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. Il 2013 è stato il vero anno della crisi dove nei primi nove mesi 100mila imprese hanno chiuso i battenti


E' stato il 2013 l'anno della recessione per il Mezzogiorno. Al termine del sesto anno consecutivo di crisi, il Meridione ha bruciato una fetta significativa della propria ricchezza. Tenendo conto delle stime per il 2013, saranno 43,7 i miliardi di euro di Pil perduti dall'economia meridionale tra il 2007 e il 2013. Questi i dati pubblicati nel volume Check-up Mezzogiorno da Confindustria e Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. 
Nei primi nove mesi di quest'anno quasi 100mila imprese meridionali hanno cessato la loro attività, con un ritmo di 366 al giorno, per un totale di 2.527 aziende fallite. Tra il 2007 e il 2013 sono state 30mila le imprese chiuse, di cui circa 15mila solo nei primi 9 mesi del 2013.
Quelle che ce la fanno, o addirittura crescono sono  quelle di media dimensione. Crescono nel fatturato (+8,2%). Discorso analogo anche per le grandi, escludendo le raffinerie. In flessione le piccole: -9,3% tra il 2007 ed il 2012. Per tutti il credito è quasi nullo: gli impieghi continuano a scendere (9,3 miliardi di euro in meno rispetto al 2012), mentre i crediti in sofferenza hanno superato i 31 miliardi di euro, cioè l'11,1% del totale. 
Le esportazioni si sono ridotte nel terzo trimestre 2013 del 9,4% rispetto al terzo semestre 2012, dati su cui pesa il calo della siderurgia e degli idrocarburi, mentre segnali positivi fanno registrare i prodotti alimentari, quelli chimici e soprattutto le esportazioni dei distretti produttivi meridionali (+11,5% nel secondo trimestre 2013), in particolare in Puglia, Sicilia e Campania.
Si consolida il numero delle società di capitali (+3,2%) e raddoppia in soli sei mesi il numero di imprese meridionali aderenti a contratti di rete. Il clima di fiducia delle imprese manifatturiere meridionali, pur restando il più basso tra le 4 macro aree, continua il suo lento miglioramento, tornando ai livelli dell'estate 2011.
Non si arresta il calo degli occupati. A fine 2013 si stimano oltre 600mila occupati in meno rispetto al 2007; questo numero è quasi raddoppiato nell'ultimo anno. La disoccupazione ha raggiunto il 19,8%, quella giovanile interessa ormai un giovane su due. Il rischio è che si possa produrre nel 2014 una debole ripresa senza creare posti di lavoro.
Riduzione del cuneo fiscale, taglio bolletta energetica, smaltimento completo dello stock di debiti accumulati dalla pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Queste le misure da prendere secondo lo il report Confindustria-Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. Un altro ruolo importante dovrebbero svolgerlo le politiche di sviluppo. Possono ridurre la polarizzazione tra imprese competitive e imprese in difficoltà, contribuendo a riaprire i rubinetti del credito, a favorire gli investimenti, a promuovere l'occupazione tramite una riduzione dei costi dei neo assunti, a sostenere l'internazionalizzazione delle imprese meridionali. Una potenziale risorsa pari a 60 miliardi di euro sommando risorse dei fondi strutturali 2007-13,  Piano d'Azione Coesione e Fondo Sviluppo e Coesione. Senza contare le risorse, altrettanto cospicue, del ciclo di programmazione  2014-2020 che sta per aprirsi.