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22 marzo 2025, Aggiornato alle 08,22
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Stefano Visintin bissa la presidenza degli spedizionieri di Trieste

Riconfermato, affiancherà i vicepresidenti Marini e Nassimbeni. "Dobbiamo consegnare i prodotti sulla soglia di casa dei clienti"

Stefano Visintin

«Dobbiamo consegnare i prodotti sulla soglia di casa dei clienti». Saluta così Stefano Visintin il bis alla guida dell'ASPT-ASTRA F.V.G. (Associazione spedizionieri del porto di Trieste, Alleanza della spedizione, del trasporto e della logistica nel Friuli Venezia Giulia). Il presidente riconfermato dell'associazione spedizionieri del porto di Trieste e Friuli Venezia Giulia sarà affiancato dai due vicepresidenti Marino Marini (Korman Italia) e Paolo Nassimbeni (Samer & Co. Shipping).

Il Consiglio direttivo è composto da Giacomo Borruso (Interporto di Trieste), Roberto Castelnovo (Rail Cargo Carrier-Italy), Antonio D'Acunto (B.F.B.), Paolo Flegar (Korman Italia), Gianfranco Lorenzoni (Doganalista), Franca Luchesi (Santandrea), Jens Peder Nielsen (Samer Seaports & Terminals), Matteo Parisi (Francesco Parisi), Fabrizia Zerbini (Trieste Marine Terminal).

«Mentre il presidente del porto di Trieste, Zeno D'Agostino, sta lavorando per la creazione di piattaforme commerciali per la vendita sull'immenso mercato cinese di prodotti italiani, soprattutto del Nord Est, il sistema produttivo deve guardare oltre la saracinesca del proprio magazzino e consegnare la merce sulla soglia dei clienti di tutto il mondo, creando valore e occupazione dal trasporto dei propri prodotti», ha detto Visintin. «Gli spedizionieri – continua - vogliono sostenere le imprese del Nord-est nel processo di riappropriazione della propria catena logistica, utilizzando possibilmente le strutture portuali e interportuali del Friuli Venezia Giulia. Tutte le associazioni imprenditoriali, sindacali e gran parte dei rappresentanti politici regionali sono ormai persuasi che il regime di porto franco sia uno dei principali strumenti per la creazione di lavoro e di reddito; due ministri dell'attuale governo hanno sostenuto recentemente la necessità che tutti gli apparati dello Stato prendano atto in maniera inequivocabile dell'extraterritorialità doganale del Porto franco internazionale di Trieste». 

«È ora che il governo italiano – continua Visintin - agisca conseguentemente, comunicando all'Unione europea che il porto franco di Trieste non è una zona franca comunitaria al pari di molte altre, ma un territorio extradoganale, così come stabilito da norme di diritto pubblico internazionale. I benefici doganali e fiscali del porto franco non hanno mai smesso di essere utilizzati e, visto l'impossibilità finora riscontrata di avviare lavorazioni industriali in porto franco dopo che il decreto interministeriale del 2017 le aveva previste, dobbiamo ritenere che ASPT-ASTRA F.V.G. dal 1994 ad oggi l'esistenza del porto franco sia stata sostanzialmente simulata dallo Stato italiano. Ora che tale decreto ne ha chiarito la sua piena sussistenza, assistiamo invece ad una dissimulazione del porto franco, che ostacola il pieno sviluppo dell'unica attuale possibilità per l'Italia di creare valore aggiunto con traffici di merci non generati dal suo debole mercato interno. Sta ora all'intelligenza politica di chi rappresenta le Istituzioni saperci ascoltare e comprendere il valore per l'intero Paese dell'asset competitivo di cui disponiamo».