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17 marzo 2025, Aggiornato alle 18,59
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Infrastrutture

Porto di Napoli e filiere produttive combinazioni vincenti

L'Unione industriali di Napoli pone l'economia del mare al centro di uno dei quattro progetti per il rilancio di Napoli. Dragaggi, dialogo tra centri del trasporto e collegamenti viari e ferroviari i punti da definire. L'intervento di Legora De Feo 


Pompei, Grandi eventi, Reti d'impresa ed Economia del mare sono i quattro percorsi per il rilancio di Napoli. L'iniziativa, promossa dall'Unione degli industriali e realizzata con il sostegno della Camera di Commercio riguarda temi strategici per il rilancio dell'area. Si tratta di quattro indagini che sono state presentate nel corso di un incontro all'ente camerale. Hanno preso parte il presidente della Camera di Commercio, Maurizio Maddaloni, il presidente degli Industriali, Paolo Graziano. Hanno illustrato i lavori, i rispettivi responsabili e coordinatori dei progetti: Ambrogio Prezioso, Raffaele Cercola, Mauro Nanni, Carlo Borgomeo, Luca Meldolesi, Gennaro Moccia, Domenico Palmieri e Pasquale Legora De Feo. Proprio quest'ultimo ha brevemente commentato lo studio di fattibilità per lo sviluppo delle filiere industriali dell'economia del mare. Il testo si compone di oltre 200 pagine. Per dirla come il presidente Graziano "il progetto sul porto e lo sviluppo delle filiere industriali dell'economia del mare, punta ad evidenziare le problematiche di un comparto asfissiato dagli spazi e da scelte che in passato non hanno avuto un unico disegno strategico e, contemporaneamente, ne descrive i cambiamenti organizzativi ed amministrativi in atto, nonché gli investimenti infrastrutturali necessari per rendere il porto di Napoli competitivo rispetto agli altri sistemi portuali italiani".
Di seguito l'intervento di Legora De Feo all'incontro alla Camera di Commercio.
"Il mutevole quadro di riferimento internazionale, influenzato anche dall'attuale crisi economico-finanziaria, spinge gli operatori economici tutti ed in particolare quelli del mondo logistico a fare delle riflessioni molto più puntuali nel tentativo di fronteggiare la crisi da un lato, e dall'altro di ottimizzare e rendere competitive le potenzialità infrastrutturali che il nostro Paese offre. Purtroppo recessione, disoccupazione, credit crunch ecc… sono concetti di cui sentiremo parlare ancora per lungo tempo e che coinvolgono tutto il mondo dello shipping, impegnato tra l'altro a fronteggiare emergenze come cali di traffico, riduzione dei costi e razionalizzazione degli scali. In questo quadro sono sicuramente coinvolti anche il nostro porto e la nostra città. In particolare, il nostro traffico commerciale legato al segmento "containers" con estrema difficoltà cerca di resistere all'impatto violento che questa crisi continua ad imprimere. È evidente che se ad una crisi corrisponde, inevitabilmente, una "rivisitazione" dei costi, è pur vero che importanti sono anche argomenti come competitività infrastrutturale del nodo logistico portuale. Volendo effettuare una riflessione più approfondita sull'ultimo concetto, i punti da definire dopo lunghi anni di attesa sono:
a) dragaggi immediati e rilancio infrastrutturale;
b) dialogo intenso e sinergico tra porto di Napoli, porti minori ed interporti campani (Nola, Marcianise);
c) collegamenti ferroviari e stradali, al fine di "mettere a sistema" definitivamente i nodi logistici presenti in Campania.
La necessità è quindi di instaurare immediatamente un dialogo serrato tra tutti gli attori pubblici e privati per raggiungere gli obiettivi di cui sopra. È necessario che questo processo di cambiamento, se veramente voluto, sia governato da un solo principio: l'interesse pubblico di "catturare" correnti di traffico, che grazie alla baricentricità del nostro porto e della regione Campania, potrebbero naturalmente essere concretizzate.
Terminal di Levante, bacini di carenaggio adeguati, water-front, delocalizzazioni e sinergie tra porti, sono gli ingredienti necessari per rendere tutto ciò possibile.