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04 dicembre 2024, Aggiornato alle 09,16
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Logistica

Porto di La Spezia abolisce regole su carico, scarico e attesa della merce

L'ordinanza, applicata finora sperimentalmente, è stata di fatto sospesa. L'autotrasporto protesta: "Le autorità portuali hanno il potere di governare?"

(Donald West/Flickr)

Dopo un periodo sperimentale, l'Autorità di sistema portuale (Adsp) della Liguria Orientale, con a capo La Spezia, ha deciso di non adottare l'ordinanza sui tempi di carico, scarico e attesa dei mezzi pesanti in ingresso e uscita dallo scalo. Con una delibera apposita, il presidente dell'Adsp, Mario Sommariva, ha riferito che «la restante parte dell'ordinanza, relativa ad una mera regolazione della sosta e della viabilità, ferma restando la condivisione dell'autorità marittima, sarà oggetto di una nuova ordinanza, assunta in via definitiva». In altre parole, la "Regolazione dell'accesso dei mezzi pesanti nel porto della Spezia e introduzione dei livelli di servizio del sistema portuale" è di fatto sospesa.

Una decisione che mette in difficoltà l'autotrasporto, con la protesta delle associazioni di categoria Anita, Assotir, Confartigianato Trasporti, Fita Cna e Trasportounito, che la ritengono, scrivono in una nota congiunta, «irresponsabile», bloccando «il tentativo concreto di migliorare l'operatività dei camion nel porto, riducendo al contempo gli enormi extra costi di attese e code che quotidianamente devono subire le imprese di autotrasporto, senza dimenticare gli insopportabili disagi a cui devono assoggettarsi gli autisti». L'ordinanza, peraltro, scrivono i sindacati, «si poneva l'obiettivo di impegnare tutta la comunità portuale al rispetto di livelli di servizio adeguati ai sensi della legge 84, ovvero tempi di carico e scarico massimi oltre i quali far intervenire penalità o (nel caso rarissimo di una accelerazione) forme di premialità».

Giuseppe Tagnochetti, coordinatore ligure di Trasportounito, afferma che il regolamento «non può prescindere dalla definizione di standard minimi di servizio delle operatività portuali, in primis terminalistici e quindi dalla responsabilizzazione di tutti gli operatori che intervengono nella programmazione e nell'affidamento dei servizi di trasporto. Il modello esiste ed è quello del porto di Barcellona».

«Di fronte – conclude Tagnochetti - a cambiamenti epocali nel trasporto marittimo e nella logistica dei terminal, travolti da fenomeni quali blank sailing, rotazioni navi, aree operative congestionate negli scali, just in time esasperato, infrastrutture inadeguate, le autorità portuali stanno provando a organizzare una risposta basata sul necessario tracciamento dell'operatività dei camion, con l'automazione di varchi portuali e la digitalizzazione documentale.  Ma il caso La Spezia fa scattare più di un allarme: le autorità portuali hanno il potere di governare?».

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