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10 dicembre 2024, Aggiornato alle 20,43
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Infrastrutture

Porto di Genova, accelerano i tempi di costruzione della diga foranea

Il ministero dell'Ambiente autorizza il riutilizzo dei materiali di demolizione dello scanno, che non verranno classificati come rifiuti speciali. È lo scoglio su cui in genere si bloccano i dragaggi

La diga foranea di Genova

Procedono regolarmente le attività di progettazione definitiva ed esecutiva della nuova diga foranea di Genova, comprensive delle fasi di verifica, in vista della partenza delle attività di cantiere, fissate per il 4 maggio prossimo. Il ministero dell'Ambiente ha autorizzato l'utilizzo del materiale di demolizione dello scanno di imbasamento della attuale diga foranea per la costruzione della nuova diga.

È un passaggio molto importante per velocizzare i tempi di costruzione della diga (e quindi di conseguenza i costi). Sarà possibile ridurre notevolmente le operazioni di trasporto del materiale di scanno - circa un milione di metri cubi - con conseguenze positive su consumo di carburante e relative emissioni in atmosfera, impatti acustici e produzione di rifiuti, con tempi di completamento di questa operazione che si accorciano da due anni a circa un anno e tre mesi. Saranno inoltre ridotti anche i materiali aggiuntivi da reperire in cava per la compensazione dei materiali dello scanno di imbasamento non più riutilizzabili. In altre parole (e semplificando), il materiale di demolizione non viene classificato come rifiuto ma come materiale da risulta utile per nuove costruzioni. Un processo di classificazione dei materiali delicato che in questo modo permette di velocizzare la caratterizzazione ambientale, un elemento su cui i dragaggi portuali, per esempio, tendono a bloccarsi proprio perché i sedimenti di escavo non vengono caratterizzati come semplice materiale di risulta ma come rifiuto speciale da trattare separatamente.

Nelle prossime settimane verrà perfezionata la consegna dell'ultima tranche di documentazione relativa alla progettazione esecutiva della più grande opera marittima italiana, i cui costi di aggirano al momento sul miliardo di euro: sarà inviato al ministero dell'Ambiente il report di ottemperanza alle prescrizioni della Valutazione di impatto ambientale e giungeranno a conclusione alcune attività di indagine propedeutiche alla progettazione e all'avvio del cantiere.

Come spiega l'autorità portuale di Genova, la modifica progettuale autorizzata dal ministero dell'Ambiente per la diga foranea semplifica quindi il progetto preliminare. È stata proposta in sede di gara dal consorzio "Per Genova Breakwater", con lo scopo di massimizzare il quantitativo di materiale proveniente dalla demolizione della diga esistente. 

La complessità dell'opera
Commissionata a dicembre dell'anno scorso dall'autorità portuale al consorzio Webuild (formato dalle società Fincantieri, Fincosit e Sidra) la nuova diga foranea consentirà l'accesso in sicurezza (al porto) a navi portacontainer lunghe fino a 400-450 metri, ossia il doppio di quelle che possono transitare oggi, adeguando lo scalo ligure alle esigenze delle maggiori compagnie di navigazione. Sarà la più costosa infrastruttura portuale mai realizzata. Avrebbe dovuto essere avviata per gara a fine giugno ma la crisi economica degli ultimi mesi, con la guerra in Ucraina, l'inflazione e il rialzo dei costi di materie prime ed energia (senza dimenticare due anni di pandemia) hanno spinto Regione Liguria e Autorità di sistema portuale ad avviare un'interlocuzione diretta con le cordate di costruttori, dopo che questi ultimi avevano rifiutato di partecipare alla gara proprio per via delle troppe incertezze su costi e tempi di realizzazione. Nel frattempo, a metà settembre, è stata anche resettata per conflitto di interessi la terna di esperti che ha aggiudicato il progetto. I costi iniziali della diga, risalenti al 2018 e quantificati da Invitalia, sono stimati in circa 1,3 miliardi di euro. È una cifra non più attendibile, che dovrà essere ritoccata al rialzo almeno di qualche centinaio di milioni di euro. 

L'opera
Il progetto prevede la separazione del traffico merci da quello crociere con l'apertura a Levante. Si prevede lo spostamento dell'attuale diga foranea, diventata troppo "stretta", visto che risale agli inizi del secolo scorso, quando le navi che entravano nei porti erano più piccole. I lavori prevedono quindi l'allargamento del bacino di ingresso. L'avanzamento a mare è di circa mezzo chilometro, per una lunghezza di poco meno di 5 chilometri su fondali medi di 40 metri. Fatta l'opera, potranno entrare navi portacontainer fino a 22 mila TEU. La configurazione della nuova diga foranea consentirà l'ingresso di grandi navi portacontainer da 400 metri di lunghezza e 60 metri di larghezza. L'intervento prevede la creazione di un canale di accesso a levante, lungo 2,800 metri, che arriverà ad una larghezza di 400 metri davanti alle banchine di Sampierdarena.

Tag: genova