|
adsp napoli 1
10 dicembre 2024, Aggiornato alle 20,43
forges1

Informazioni MarittimeInformazioni Marittime

forges4
Logistica

Nuovo codice appalti, depennato il piano generale della logistica

Lo denuncia il segretario di Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, paventando il rischio di non pianificare bene le opere legate ai porti e ai trasporti

(Jeff Parr/Flickr)

«Continuiamo a non essere d'accordo con l'impostazione data al nuovo codice degli appalti pubblici in cui è stato espunto il riferimento al piano generale dei trasporti e della logistica». A dirlo il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, spiegando in una nota che «il sottosegretario Ferrante [Tullio, al ministero delle Infrastrutture], intervenendo nella Commissione Trasporti della Camera, ha detto che il Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, previsto dall'articolo 201 del vigente codice, non è mai stato adottato e che per tale ragione il nuovo schema di codice intende promuovere invece una pianificazione e programmazione delle opere di preminente interesse nazionale continuativa, inserita nel Documento di Economia e Finanza. Una considerazione a nostro avviso sbagliata perché si rischia di tornare al meccanismo della legge obiettivo con la mera compilazione di un elenco di opere da attuare scollegate tra loro e senza una visione complessiva della politica dei trasporti; un'impostazione che porterebbe solo alla creazione di costose e inutili cattedrali nel deserto».

«Il governo – continua Tarlazzi - accolga il rilievo espresso già da tempo dalla Uiltrasporti, che ha trovato parere favorevole anche in alcuni parlamentari, e reintroduca nel codice il riferimento al Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, indispensabile strumento di pianificazione e programmazione delle opere pubbliche nell'interesse del sistema Paese».

«Un altro elemento critico del Codice che riteniamo importante richiamare - conclude Tarlazzi - riguarda il concetto di equivalenza dei Contratti collettivi nazionali applicati. Tale impostazione non può riguardare esclusivamente l'aspetto dei minimi salariali ma deve essere necessariamente esteso a tutto ciò che riguarda la disciplina del rapporto di lavoro sia di carattere economico che normativo per evitare processi di dumping e contrazioni dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori».

-
credito immagine in alto

Tag: economia