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25 aprile 2024, Aggiornato alle 12,04
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Politiche marittime

Nigeria lancia Deep Blue per sconfiggere la pirateria

Il presidente Buhari avvia un ambizioso piano per militarizzare la sorveglianza nel Golfo di Guinea con 19 mezzi navali, aerei, elicotteri, droni, 16 mezzi corazzati e 600 truppe

(European Union Naval Force Somalia Operation Atalanta/Flickr)

a cura di Paolo Bosso

Il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, ha approvato oggi le risorse economiche per "Deep Blue", un ambizioso piano di investimenti della Nigeria in infrastrutture militari per rafforzare la linea di costa e contrastare con più efficacia gli attacchi dei pirati nel Golfo di Guinea. Gestito dall'Agenzia per la sicurezza marittima del Paese, NIMASA, si coordina con i Paesi vicini e dovrebbe aumentare in modo significativo la sicurezza marittima nella regione, un'area in cui da molti anni le navi mercantili che vi transitano rischiano di essere colpite da abbordaggi, sequestri dei marittimi e rapine a mano armata.

Soddisfatti gli armatori e le compagnie petrolifere di tutto il mondo, che hanno espresso il loro pieno sostegno oggi nel corso di una tavola rotonda internazionale tra le associazioni armatoriali e l'Oil Companies International Marine Forum.

Il progetto estende la sicurezza militare su terra, mare e aria. Il centro di comando e controllo di Deep Blue sarà a Lagos. Supervisionerà una flotta di difesa e attacco formata da due navi per missioni speciali, due aerei a lungo raggio, 17 imbarcazioni a risposta rapida in grado di raggiungere una velocità di 50 nodi, 16 mezzi corazzati, 600 truppe addestrate, tre elicotteri e quattro droni. Completa la struttura l'Inter Regional Coordination Centre (ICC), il centro marittimo di sicurezza del West Africa con sede a Yaounde, la capitale del confinante Camerun.

Tra il 2008 e il 2014 il Golfo di Aden, strategico per l'accesso al canale di Suez, ha vissuto un periodo molto intenso di attività della pirateria somala, che ha reso quell'area dell'Africa Orientale molto pericolosa. Rispetto a quella nigeriana, però, la pirateria somala è stata meno violenta e continua. Il programma è ambizioso perché, così com'è successo in Africa Orientale (anche se lì c'è stato un impegno in prima linea della Nato), potrebbe avere un serio impatto sulla capacità dei gruppi di pirati di depredare le navi che passano nel Golfo di Guinea.

Per Guy Platten, segretario generale dell'International Chamber of Shipping, «il progetto Deep Blue può essere un punto di svolta nella lotta alla pirateria nel Golfo di Guinea e ci congratuliamo con la Nigeria per averlo lanciato nonostante le significative difficoltà presentate dal COVID. Non vediamo l'ora di continuare la nostra stretta collaborazione con NIMASA e la Marina nigeriana per liberare il Paese dalla minaccia della pirateria e delle rapine a mano armata».

David Loosley, segretario generale di Bimco, parla di «un'opportunità significativa per espandere la legge e l'ordine in mare in cooperazione con le forze internazionali nell'area».

Di «pietra miliare» ha parlato Robert Drysdale, amministratore delegato dell' Oil Companies International Marine Forum, che si è unito alle congratulazioni di Katharina Stanzel, amministratore delegato di Intertanko, e Kostas Gkonis, segretario generale di Intercargo.

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Tag: pirati - Africa