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10 dicembre 2024, Aggiornato alle 20,43
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Cultura

Naufragi mediterranei, da San Paolo ai migranti di oggi

Commentando il libro di Silvestro Sannino dedicato alle avventure di Paolo di Tarso, Decio Lucano ragiona sulle analogie con l'attuale dramma di chi affronta le onde in cerca di futuro


di Decio Lucano - DL Notizie

Quando si parla di mare Il naufragio di San Paolo non è solo il racconto di un viaggio fortunoso dalle coste dell'impero romano nel medio oriente di colui che sarebbe stato con Pietro il fondatore della Cristianità, ma uno straordinario libro di mare. Lo ha scritto per l'editore D'Amato il professor Silvestro Sannino, uno scienziato, uno storico, un pensatore, già dirigente superiore del ministero della Pubblica Istruzione, autore di decine di volumi, libri, sulla navigazione, la meteo-oceanografia, l'arte di Colombo, di Dante e tanti altri grandi protagonisti della storia. La nave di San Paolo era lunga 40 metri e trasportava 276 passeggeri (un metro quadrato a persona) oltre all'equipaggio e alcuni legionari romani comandati da un centurione, a bordo erano imbarcati alcuni prigionieri tra cui… San Paolo. 

Allora il Mediterraneo, per volontà politica di Roma era libero da pirati o simili pericoli. Non c'erano gli "scafisti" di oggi che nemmeno Frontex scopre, controlli da rete bucata, e le speculazioni sull'immigrazione come le Ong che i politicanti e i giornalisti attuali continuano senza pudore, nonostante i problemi del nostro Paese, a rovesciare sui mezzi di comunicazione televisione compresa. Paolo – scrive Sannino nella sua opera - ma in origine il suo nome fu Saul, era nato a Tarso, capitale della Cilicia, regione nevralgica se non strategica, dei traffici con l'Oriente. Egli proveniva - prosegue Sannino - da una famiglia notabile di giudei per cui, fin dalla nascita, aveva ereditato lo status giuridico di "cittadino romano". 

Nell'anno 36 circa mentre era in viaggio sulla strada per Damasco fu folgorato dalla famosa conversione alla fede cristiana. Da laico aveva combinato qualche non troppo innocente marachella per cui fu arrestato e, essendo cittadino romano, chiese di essere giudicato a Roma e dunque fu imbarcato su una nave che lo avrebbe portato nella Città Eterna per essere giudicato; anche se il centurione che comandava a bordo lo trattò con rispetto perché la sua figura emanava una innaturale forza morale e religiosa. La Cilicia era un territorio della Turchia (tanto per inquadrare la posizione geografica) meridionale, un viaggio per mare sarebbe durato almeno due settimane navigando a sud di Creta, verso lo Ionio per raggiungere le coste italiane. 

A questo punto rivolgo un pensiero riconoscente a un grande personaggio italiano, il dottor Francesco Favati, noto per i suoi studi sulla storia di Roma di cui conservo un volume illustrato da lui, mio indefettibile amico, fertile ingegno con incarichi pubblici di notevole entità in tutti i paesi dove l'agricoltura e i problemi sociali erano carenti e necessitavano di manodopera italiana. Questa attività lo portò a scrivere in decine di libri le sue esperienze, con illustrazioni significative. Quello che mi preme dire è che allora, a differenza di oggi, l'Italia e l'Europa, avevano compreso che bisognava anticipare i bisogni di altre popolazioni, in America del Sud, in Asia, e Cina e Favati nei sui libri di viaggio scrive da conoscitore anche della logistica e delle infrastrutture stradali e ferroviarie che mancavano. 

Ritornando al viaggio di Paolo di Tarso quasi Santo, perché il mare ne ha rinvigorito la figura e lo spirito, è finito malamente sulla rotta scelta causa una tempesta, frequente sotto Creta, e poi scarrocciando fino a Malta dove la nave s'incaglia ed è irrecuperabile. Passeggeri, prigionieri e soldati romani poi si imbarcheranno su un'altra imbarcazione che li porterà sulle coste italiche da dove proseguiranno verso le loro destinazioni, compreso San Paolo. 

Il libro del professor Sannino - arricchito dalla prefazione dell'Ammiraglio Renato Ferraro - si legge come un testo di storia, ma anche come una "fiaba" tanto è piacevole e istruttiva la lettura associata a annotazioni dei Vangeli con uno stile autorevole, una ricerca di lievità in prosa, una scrittura ricca di nuovi vocaboli, di un livello di "violino" direi, guardando lo spartito in alto di una musica, come siamo abituati leggendo le opere di Sannino. E poi l'apoteosi del racconto, ma non ve ne accorgete tanto è interessante, invitante: l'arte nautica e marinaresca del tempo. Un tesoro di cultura da meditare e imparare. 

Tag: storia - libri