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04 ottobre 2024, Aggiornato alle 15,38
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Infrastrutture - Logistica

Napoli, nasce il comitato scientifico delle Zes

Composto dai ricercatori Svimez, dai presidenti Spirito, Patroni Griffi e Prete, si occuperà nell'immediato dei porti di Gioia Tauro e Taranto

Adriano Giannola, presidente di Svimez

Tre presidenti dei porti - uno per ciascuna zona -, due professori e un ricercatore. È composto in questi termini il nuovo comitato scientifico sulle Zone economiche speciali, operativo da poco e con sede a rotazione. Frutto di un accordo tra Assoporti e il centro di ricerca sul Mezzogiorno Svimez, ne fanno parte i presidenti dell'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico meridionale, Ugo Patroni Griffi; del Tirreno centrale, Pietro Spirito; e dello Jonio, Sergio Prete. Poi figurano il presidente della Svimez, Adriano Giannola, insieme a un ricercatore dell'istituto, Delio Miotti, e infine il professore di Economia della Federico II, Ennio Forte.

In generale, il Comitato si occuperà di analizzare lo stato di salute delle tre Zes istituite nel Sud Italia: Campania, Puglia e Calabria. Nell'immediato, la prossima riunione approfondità le Zes che fanno capo a Taranto e Goia Tauro. Verranno verificati gli spazi a disposizione e la qualità delle interlocuzioni istituzionali. Non avrà una sede specifica ma si riunirà nelle tre sedi regionali. Si comincia con Napoli, da dove è partita la prima convocazione, da Spirito. Il delegato per le Zes per conto di Assoporti è Patroni Griffi.

Al momento, rileva Assoporti, le priorità sono tre: zone doganali intercluse, concentrazione della Zes sui retroporti e individuazione delle infrastrutture essenziali per la crescita della logistica a valore. 

Nate nell'ultimo paio d'anni, le Zone economiche speciali italiane - pensate per sviluppare le regioni del Meridione - non sono riuscite a decollare, ovvero a stimolare efficacemente l'attività d'impresa, nuovi insedimanenti, incentivando gli investimenti. E ora che è scoppiata la pandemia è ovviamente tutto ulteriormente congelato. Si cercherà di capire in che modo le Zes stanno contribuendo al sistema portuale italiano, alla ripresa e al riposizionamento dell'economia marittima nello scenario internazionale, partendo dalle attività portuali dei sistemi portuali mediterranei che fanno capo a Napoli, Bari e Gioia Tauro, così come i corridoi commerciali attivi internamente, tra Napoli e Bari e tra Taranto e Gioia Tauro.
 
In alcune aree commerciali rilevanti, come in Cina e in Sudamerica, la Zes ha funzionato, per questo motivo quelle che si trovano in Italia vanno «implementate e valorizzate. Possono essere uno strumento notevole per favorire l'uscita dalla crisi», scrive Assoporti in una nota. 

Le Zes hanno le potenzialità di sburocratizzare la pubblica amministrazione e nel caso del Mezzogiorno potrebbero rivelarsi uno strumento efficace per accelerare i ritardi di sviluppo, «offrendo - continua Assoporti - da un lato una diretta connessione con i mercati esteri e le reti di produzione globale, e favorendo dall'altro un non trascurabile effetto sul riequilibrio di un mercato del lavoro profondamente squilibrato, segmentato e nel quale domina un forte contrasto generazionale». Secondo l'associazione dei porti «obiettivi concreti di sviluppo possono essere raggiunti se si troverà il modo di operare uno sforzo congiunto e un'azione fortemente cooperativa tra le varie autorità di sistema portuale».