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18 marzo 2024, Aggiornato alle 16,46
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Mille marittimi assunti con un Registro internazionale allargato

È l'ipotesi lanciata nel corso dell'assemblea Assarmatori. A giugno Bruxelles ha allargato gli sgravi fiscali a tutte le bandiere Ue, con l'Italia che dovrà approvare la modifica entro i prossimi mesi

La bandiera italiana sulla nave-scuola Amerigo Vespucci

Una grande campagna di investimenti per lo shipping, in particolare su traghetti e ambiente. La possibile assunzione di alcune migliaia di marittimi italiani semmai si avvi l'ampliamento del Registro Internazionale. Un Piano Marshall per il mare, come l'ha battezzato il presidente onorario di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio, Fabrizio Palenzona, nel corso dell'assemblea di Assarmatori tenutasi oggi.

L'ipotesi di un Registro internazionale allargato nasce a giugno scorso, quando l'Unione europea ha approvato una serie di modifiche che l'Italia si è impegnata a introdurre entro gennaio 2021. Si prevede l'estensione degli sgravi fiscali a tutte le bandiere dell'Unione europea, oltre ad alcune attività accessorie. 

D'obbligo il richiamo alle conseguenze della pandemia, che ha pesantemente impattato sui trasporti marittimi e in particolare su quelli passeggeri, ma il cui rovescio della medaglia è stato per certi aspetti rappresentato dalla capacità di resistenza di questo settore. Si guardi al protocollo sanitario approvato dalle compagnie da crociera.

I temi trattati dall'assemblea hanno spaziato dalla finanza applicata allo shipping alla blue economy, al rapporto di collaborazione con la Marina Militare (anche in chiave anti-pirateria a tutela della sicurezza della navigazione internazionale) e a quello con il Comando Generale delle Capitanerie di Porto (impegnato in prima linea nel contrasto alla pandemia e su tematiche particolari come il rientro in Italia di marittimi connazionali bloccati in porti stranieri).

Sul tema finanziario sia Palenzona, sia Nunzio Tartaglia, responsabile imprese di Cassa Depositi e Prestiti, hanno sottolineato la necessità di ripensare il settore dello shipping in un'ottica differente da quella tipicamente bancaria, cogliendo al volo anche le opportunità del Recovery Fund, e alzando lo sguardo a tutta l'economia blu che – come ha sottolineato Palenzona - copre una quota rilevante del PIL nazionale.

È emersa con forza anche la necessità di sfruttare a fondo le potenzialità logistiche del posizionamento geografico dell'Italia, concentrando gli investimenti portuali su due hub (uno tirrenico e uno nell'alto Adriatico).

I due presidenti di Regione, Giovanni Toti per la Liguria e Massimiliano Fedriga per il Friuli Venezia Giulia, hanno sottolineato non solo il ruolo marittimo dei loro territori e dei loro porti, ma anche quello nel campo della formazione.

Dopo aver fornito in apertura indicazioni sulle necessità di utilizzare presto e bene i Fondi del Recovery Fund e di ampliare lo scopo delle norme sul Registro Internazionale per rendere più competitiva la manodopera marittima italiana. Il presidente di Assarmatori, Stefano Messina, ha chiuso i lavori con un richiamo all'eccellenza e al ruolo di questo comparto che, proprio durante la pandemia, ha dimostrato tutta la sua strategicità per il Paese.