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23 aprile 2025, Aggiornato alle 18,29
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Infrastrutture

Med, è la Turchia il primo partner dell'Italia

Nuovo report del centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno. Il nostro paese meglio di Francia e Germania per scambi commerciali nell'area mediterranea, ma se si escludono i prodotti energetici... |  le tabelle


L'Italia si conferma il primo paese dell'area mediterranea per il valore degli scambi commerciali, pari a 57,7 miliardi di euro nel 2011 (nonostante un calo del 10% nel 2010 dovuto alla primavera araba), e conferma la propria leadership anche nelle proiezioni al 2014, che vedono crescere gli scambi commerciali italiani fino a 74 miliardi di euro (+28% sul 2011). Tuttavia, escludendo i prodotti energetici e petroliferi, il nostro Paese slitta al terzo posto (con 36,9 miliardi euro) scontando un importante gap con la Germania che è prima per interscambio manifatturiero con 50,4 miliardi.
I dati sono il frutto di un anno di studio del centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorni che ieri a Napoli ha presentato l'edizione 2012 del rapporto annuale Le relazioni economiche tra l'Italia e il Mediterraneo.
Per quanto riguarda il nostro primo partner commerciale dell'area, la Turchia, la ricerca indica le sue grandi potenzialità visto che le imprese partecipate da capitali italiani nel paese mediorientale realizzano complessivamente un fatturato di oltre 16 miliardi di euro, per un impatto occupazionale pari a circa 125mila addetti, numeri, in alcuni casi, superiori a quelli stimati per le imprese a capitali tedeschi, usate quale benchmark all'interno dell'analisi.
Il trasporto marittimo. Nel Mediterraneo transita il 19% del traffico marittimo mondiale. Il 70% dei flussi commerciali (pari a 40 miliardi di euro) tra l'Italia e i paesi che si affacciano sul Mediterraneo avviene via mare. È noto però che qui il nostro paese sta perdendo costantemente competitività. Tra il 2005 e il 2011 gli scali hub della sponda Sud hanno incrementato la propria quota di mercato portuale dal 18 al 30% grazie all'avanzamento di strutture come Tanger Med e Port Said che stanno mettendo in difficoltà gli hub di transhipmenti italiani. Infine, in tema di energie rinnovabili, il Mediterraneo si prepara a giocare un ruolo decisivo per lo sviluppo del settore energetico dei prossimi anni, con una domanda addizionale di energia che di qui al 2020 potrebbe comportare investimenti pari a 320 miliardi di euro, di cui circa la metà in fonti rinnovabili, un'ottima opportunità di sviluppo per le imprese italiane del settore e per l'economia europea nel suo complesso.
 
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