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02 maggio 2024, Aggiornato alle 17,44
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Marittimi, l'Italia recepisce la 2012/35 Ue

Uniforma formazione e certificazione tra Italia, Europa e International Maritime Organization


Nuove norme in materia di lavoro per i marittimi. Venerdì scorso il Consiglio dei ministri ha approvato la direttiva Ue 2012/35 che recepisce a sua volta una convenzione dell'International Maritime Organization (più giù spieghiamo quale), che riguarda i requisiti minimi per la formazione, l'assunzione e la certificazione della "gente di mare", come sono apostrofati i marittimi dalla stessa direttiva.

Le modifiche sono articolate ma non intervengono nella sostanza del lavoro come orari, assunzione o paga. Piuttosto hanno lo scopo principale di uniformare le normative nazionali (Italia) e internazionali (europee) con quelle mondiali (International maritime organization) che riguardano formazione e certificazione.
 
L'Europa ci tiene che la sua direttiva sia rispettata perché diventa indirettamente obbligatoria anche per i marittimi non UE che navigano in acque europee e che spesso non hanno una formazione adeguata. 

L'Italia, e qualunque paese costiero del mondo che accoglie navi provenienti da altre parti del mondo (la distinzione non è tautologica: non in tutti i porti sbarcano navi da tutto il mondo), deve attenersi, in materia di formazione e relativa certificazione della gente di mare, all'International convention on standards of training, certification, watchkeeping for seafarers (Sctw), del 1978, dell'International maritime organization. Nel 2010 a Manila una conferenza tra le parti ha introdotto i cosiddetti "emendamenti di Manila" (qui la prima parte, qui la seconda) che modificavano alcuni articoli della Stcw. In particolare, si legge nella direttiva Ue, «la prevenzione delle frodi sui certificati, il settore delle norme mediche, la formazione sulla protezione (security), pirateria e rapine a mano armata, formazione tecnologica». Gli emendamenti di Manila hanno introdotto alcuni requisiti per i marittimi abilitati e stabilito nuove figure professionali, come per esempio quella dell'ufficiale elettrotecnico. 

«Il provvedimento – riassume una nota del Consiglio dei ministri italiano - interviene in materia di enti e di istituti incaricati della formazione degli equipaggi marittimi, individuando responsabilità e doveri delle compagnie di navigazione che gestiscono le navi e dei comandanti delle navi che impiegano gli equipaggi a bordo. Particolare importanza riveste il fatto che l'equipaggio deve essere in grado di coordinare le proprie attività nelle situazioni di emergenza, ai fini della sicurezza della navigazione, della prevenzione e del contenimento dell'inquinamento marino. Il provvedimento, prevede inoltre un sistema di sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive volto a reprimere i casi di violazione delle disposizioni previste a tutela della sicurezza della navigazione e dell'ambiente marino, sotto la vigilanza della Guardia Costiera».
 
P. Bo.