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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Cultura

Marevivo riporta un corallo nero sul relitto della Haven

Probabilmente reciso da una rete, i sub dell'associazione ha riposto sulle lamiere della petroliera affondata nel 1991 al largo di Genova il rarissimo esemplare della famiglia Myriopathidae

I sub di Marevivo in azione

Un altro salvataggio subacqueo a opera della divisione sub dell'associazione ambientalista Marevivo. La squadra ha riposizionato un corallo nero di un metro e mezzo che era stato reciso, probabilmente da una rete o una lenza da pesca.

Si trova in un posto particolare, a una profondità di sessanta metri sulla ringhiera del famoso relitto della Haven, la petroliera affondata nel 1991 nel golfo di Genova, uno dei più gravi disastri ambientali del Mediterraneo. Trent'anni. Più che sufficienti per permettere alla flora e alla fauna di inglobarlo nell'ambiente naturale. Tra questi, anche il corallo nero, una rara specie di corallo che cresce tra i 50 e i 200 metri di profondità, formando grandi colonie arborescenti i cui rami biancastri possono essere lunghi fino a due metri. È un organismo filtratore che si ancora fortemente alle rocce, oppure, come in questo caso, alle pareti metalliche dei relitti. Questo tipo di corallo è inserito nella Convenzione di Barcellona e nella Convenzione di Washington e le sue colonie costituiscono un ecosistema vulnerabile (vulnerable marine ecosystem) da proteggere dalle pratiche distruttive come ad esempio la pesca a strascico.

Il corallo nero è un esacorallo della famiglia Myriopathidae, da non confondersi con il cosiddetto falso corallo nero (savalia savaglia).

«Quando ci hanno segnalato la presenza di un corallo nero strappato dal relitto dove era cresciuto, abbiamo organizzato l'intervento nel minor tempo possibile», spiega Massimiliano Falleri, responsabile della divisione sub di Marevivo, associazione riconosciuta dal ministero dell'Ambiente. «Grazie a una tecnica sperimentale, già provata con successo in passato, abbiamo ricostruito la base e ripiantato il corallo. Operazioni di questo tipo, svolte a sessanta metri di profondità, richiedono precisione e preparazione e una squadra formata da più persone. Questa giornata, che ha coinvolto persone e passione, vuole essere l'esempio che l'uomo può e deve aiutare il mare». 

Il salvataggio è avvenuto grazie alla cooperazione tra gli otto volontari di Marevivo insieme ai subacquei Roberto Bottini, Andrea Fattore, Alessandro Geo Ruga, Cristina Freghieri, Stefano Bruno, Antonella Casareale, Enrico Ascani.e Stefano Sibona. In autunno i sub torneranno sott'acqua lì per monitorarne la crescita.

Tag: ambiente