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28 marzo 2024, Aggiornato alle 12,19
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Logistica

La logistica dei veicoli è sotto pressione

Dopo la riduzione dei volumi per via della pandemia, il settore sta affrontando un vertiginoso aumento dei costi. Mancano autisti e microchip e le navi triplicano le tariffe per mancanza di capacità. L'indagine di ECG

Una pure car & truck carrier (Cityswift - Ireland/Flickr)

La logistica dei veicoli - le navi, i treni e i camion che trasportano le automobili - sta affrontando una serie di crisi economiche senza precedenti. Prima la pandemia, che ha prima fermato e poi riavviato l'industria automobilistica, generando una sovracapacità (le bisarche, le navi ro-ro, viaggiano mezze vuote); oggi l'aumento vertiginoso dei costi delle materie prime, che genera a catena aumenti sui costi di trasporto. L'associazione europea della logistica dei veicoli, ECG, ha intervistato i propri membri per capire come sono cambiati capacità e costi negli ultimi due anni, tra il 2020 e il 2021, tratteggiando uno scenario preoccupante per le imprese.

Aumentano le tariffe di trasporto marittime, i tempi di consegna dei camion nuovi si allungano, senza dimenticare che da anni c'è una carenza cronica di personale, di autisti, nell'ordine di decine di migliaia per Paese. Molti dei costi che il settore deve sostenere, come i salari dei conducenti e le materie prime necessarie per navi, camion e vagoni ferroviari, stanno aumentando più rapidamente dell'inflazione. I contratti fissi, che non tengono conto di queste circostanze eccezionali, hanno determinato ingenti perdite di denaro per ogni auto trasportata, mentre gli investimenti in beni si sono quasi esauriti. Il settore, duramente colpito prima dal Covid e poi dalla carenza di materiali nell'industria automobilistica, spera ora in una ripresa del mercato sebbene non abbia le risorse per investire. 

Nel settore marittimo le tariffe di noleggio a tempo per i pure car & truck carriers, le grandi navi rotabili che trasportano quasi esclusivamente automobili, sono triplicate in poco più di un anno, segno evidente di una riduzione della capacità che non accenna a rallentare. Il portafoglio ordini per nuove navi si riduce, e questo non potrà che aumentare le tariffe, mentre la ripresa dei volumi renderà ancora più critica la mancanza di capacità, già limitata da nuove norme.

La riduzione dei volumi di trasporto non è dovuta alla pandemia ma principalmente alla carenza di microchip, la cui produzione non riesce a stare dietro alla domanda. La maggioranza degli armatori, delle aziende ferroviarie e dell'autotrasporto ha visto ridurre la capacità negli ultimi due anni.

I dati raccolti da ECG mostrano che le compagnie di autotrasporti e di navigazione sono state particolarmente colpite. La riduzione media ponderata della capacità per le società di autotrasporti associate è stata del 21 per cento. Ciò significa che, rispetto a due anni fa, solo questi vettori hanno perso circa 1,200 camion. Per quanto riguarda gli operatori marittimi, la diminuzione della capacità è stata in media del 6 per cento, con punti minimi del 2 per cento e massimi fino al 50 per cento.
 
Per quanto riguarda i costi, sono tutti aumentati in modo significativo da gennaio 2020. Per le compagnie di navigazione, i costi del carburante sono aumentati del 60 per cento. I salari, soprattutto per gli autisti, sono aumentati enormemente in molte regioni, con alcuni operatori che hanno concesso due o anche tre aumenti di stipendio in un anno nel tentativo di trattenere il personale. Anche il prezzo di molte materie prime, come l'acciaio e il rame, ha visto enormi aumenti nel periodo in esame.

Mentre il settore auspica la ripresa dei volumi, gli operatori, che in molti casi hanno visto spazzate via le proprie riserve, si chiedono come potranno investire in nuova capacità in un contesto di inflazione e tassi di interesse in aumento. Per le società di camion, questi timori sono aggravati dal fatto che è piuttosto improbabile che gli autisti che hanno lasciato il settore per dedicarsi ad altro ritornino indietro. 

«Nemmeno dopo la crisi finanziaria [quella del 2008-2009] ho sentito feedback così negativi dagli operatori come oggi. Fortunatamente, anche le case automobilistiche si stanno rendendo conto che non vi è più capacità disponibile per spostare i loro veicoli e l'industria dovrà ora collaborare per costruire un futuro sostenibile».

I risultati completi dell'indagine si trovano qui e restituiscono un risultato in linea con il piano d'azione in 5 punti di ECG di ottobre 2021.

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Tag: automotive