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03 maggio 2024, Aggiornato alle 16,47
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Logistica

La Commissione europea vuole più intermodalità

Presentata (per la terza volta in trent'anni) una proposta di modifica della direttiva che regolamenta il trasporto combinato. Tra le proposte, l'esenzione del divieto di circolazione

Il terminal container di Ravenna (Contship Italia/Flickr)

La Commissione europea ha lanciato una serie di proposte per modificare la direttiva 92/106, che regolamenta il trasporto combinato intermodale. L'obiettivo è renderlo più fluido, prioritario in certi casi, più snello e reattivo, potenziando la circolazione delle merci che faticano già di loro a essere movimentate in questo modo, come ha sottolineato a marzo la Corte dei Conti Ue.

Una delle proposte più interessanti è l'introduzione dell'esenzione del trasporto combinato dai divieti di circolazione temporanei, come i divieti di circolazione nel fine settimana. L'obiettivo è migliorare l'uso della capacità dei terminal, consentendo ai camion che effettuano le tratte brevi di raggiungerli come e quando necessario, in base agli orari di partenza di treni, chiatte o navi.

Inoltre, la proposta di revisione riorienta il sostegno alle operazioni logistiche intermodali che riducono di almeno il 40 per cento le esternalità negative rispetto alle operazioni esclusivamente stradali tra gli stessi punti di partenza e di arrivo. Il rispetto di questo parametro verrà controllato tramite l'utilizzo di piattaforme digitali rientranti nello standar eFTI (Electronic freight transport information).
  
Infine, la proposta della Commissione Ue vuole fissare per gli Stati membri un obiettivo di competitività volto a ridurre entro i prossimi sette anni di almeno il 10 per cento il costo medio del door-to-door. 

Non è la prima volta che la Commissione prova a modificare la direttiva Ue sul trasporto combinato, cioè il trasporto unitizzato (per esempio il container) combinato di camion, treno, chiatta, nave o aereo. La direttiva Ue risale al 1992. Il primo tentativo di revisione è stato nel 1998, il secondo nel 2017. In entrambi i casi la proposta di modifica è stata ritirata per la mancanza di un accordo in Parlamento Ue. «Alcune parti della direttiva sono obsolete – scrive la Commissione europea - la definizione e i criteri di ammissibilità stanno causando problemi pratici al settore e il sostegno [economico] non è efficace come potrebbe essere».

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