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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Il circo dello shipping italiano

Il commento di Decio Lucano su persone e avvenimenti che hanno caratterizzato il settore negli ultimi tempi


di Decio Lucano - DL News

Vincenzo Onorato e Giuseppe Bottiglieri fuori dalla Confitarma, Duci Federagenti denuncia le lacune del Mit il molo Italia in preda alle mareggiate... burocratiche. Ma che sta succedendo nello Shipping italiano? Vincenzo Onorato patron di Moby compera come ultimo atto di una sua campagna politico sociale, una pagina del Corriere della Sera dove per l'ennesima volta si erge a paladino della italianità degli equipaggi della flotta italiana in quanto i suoi 5000 marittimi imbarcati sulle sue navi traghetto sono nostrani, insomma un patriota. Poi Giuseppe Bottiglieri, presidente di Giuseppe Bottiglieri Shipping, in una intervista di Angelo Scorza, direttore di Ship2Shore del 2 maggio), da cui abbiamo tratto alcuni passi significativi, dichiara:

"Un esempio pratico di come la nostra attività sia impastata e penalizzata dalla burocrazia? - si chiede Giuseppe Bottiglieri - Ogni volta che siamo costretti a mandare dall'Italia – perché la legge ci impedisce di avvalerci di loro omologhi corrispondenti in loco - dei tecnici della Capitaneria di Porto e quelli del RINA per ispezioni periodiche propedeutiche a rilasciare i certificati di classe ecc., ‘saltano' almeno 10mila euro a partire dai conti salati da pagare per la loro ospitalità tra voli in business class e soggiorni in hotel di livello. E le nostre unità che viaggiano in quasi tutti i continenti costringono a lunghe trasferte. Mi chiedo perché sia vietato farlo fare ad un operatore locale? All'estero – e basta restare in Europa - lo fanno tranquillamente, dunque il trattamento differente si trasforma in un costo addizionale e diventa un fattore di unfair competition che azzoppa la nostra bandiera. Noi abbiamo tutte e quindici le navi di proprietà col registro internazionale di classificazione, che da quando è stato istituito nel 1998 ha portato indubbiamente alcuni grandi vantaggi, permettendo di riallineare certi costi operativi a quelli dei diretti concorrenti occidentali. Ma ancora non basta per avere un level playing ground come sarebbe necessario.

Le scadenze che sono gabelle per l'armamento
Quando ero in Confitarma, da presidente della Commissione di gestione tecnica, avevo auspicato di introdurre norme intelligenti come questa; ma mi trovai contro molti ostacoli. Si era proposto agli enti di classifica di potere nominare corrispondenti all'estero cui far fare queste ispezioni, come già accade per le bandiere straniere, ma senza ottenere riscontri. C'è poi l'altra gabella dell'ISPS, la visita ispettiva del radiotelegrafico, per non parlare di quanto stabilito a livello internazionale a favore dei marittimi in base alla nuova MLC, poi ci sarà la Ballast Water Treatment e le zone ECAS per la limitazione delle emissioni. Alla fine, sommate nave per nave e considerato che vanno fatte ogni 1 o 2 anni, diventano esborsi significativi" lamenta Bottiglieri, che si mostra deluso da entrambe le istituzioni in ambito pubblico e privato cui l'impresa di navigazione deve fare riferimento.

Non ho nessuna intenzione di rientrare in Confitarma
"Mi dite che l'attuale ministro dei trasporti è più sensibile e proattivo di quelli del passato? Non mi interessa, non ci provo neanche più. È compito precipuo di Confitarma dialogare col Governo per difendere la categoria (dunque una sorta di messaggio inviato al prossimo presidente, nda) io sono uscito dalla Confederazione tre anni fa, sotto la presidenza di Paolo d'Amico, e non ho nessuna intenzione di rientrarvi, neanche se putacaso qualcuno mi proponesse per un incarico al vertice"(afferma l'armatore, che non si sbottona assolutamente a indicare il candidato ideale a prendere il posto di Manuel Grimaldi). "Onestamente non vedo nessuno capace di ricoprire un ruolo davvero molto delicato in questo momento difficile per lo shipping, non saprei davvero chi dire, probabilmente manca ora la figura adatta, dotata del carisma; va bene anche un giovane, ma che abbia la minima esperienza e il calibro necessario".

La stampella Delrio
Ed Enzo Duci, presidente di Federagenti, sul Bollettino Avvisatore Marittimo di Napoli (e Informazionimarittime.it) sulla la riforma dei porti rincara la dose: " ...ancora non sono state rinnovate tutte le autorità portuali, per non parlare della costituzione dei tavoli di partenariato , ma il limite è che il settore oggi è ancora troppo dipendente dalla stampella Delrio. Manca un tavolo nazionale di coordinamento e una dote finanziaria adeguata dei dipartimenti ministeriali che si occupano di mare. Tutti sintomi evidenti di una gestione ministeriale dei porti. Dopo anni abbiamo un ottimo ministro, però oggi il sistema dipende troppo dalla sua presenza... le risorse date all'unica direzione dei trasporti che si occupa del mare non sono adeguate alla mole di lavoro".

COMMENTO. Due dirigenti e qualche funzionario del Mit non sono in grado di seguire tutta la materia dello Shipping e dei porti in una fase mondiale difficile. Nessuno che dica che i tempi sono cambiati, gli equipaggi italiani non mancano, ma evidentemente sotto bandiera italiana, registro internazionale, al lungo corso sono in minoranza, un quarto degli imbarcati è italiano. Questo cambiamento, assente un ministero della Marina Mercantile, non può essere seguito da qualche funzionario ministeriale, bisogna far rispettare la normativa del Registro internazionale e della Tonnage tax. Non si può delegare alla Capitaneria di Porto vita, morte e miracoli del personale navigante. Ci vuole una decisione politica, un Consiglio dei ministri che faccia modificare la normativa nazionale e il Codice della Navigazione per il personale marittimo. Signori deputati del PD avete creato in 5 minuti due ministeri, sport e mezzogiorno, fate un atto di giustizia verso questo popolo di navigatori, dategli un Ministero che coordini anche con gli organismi internazionali la materia.