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06 dicembre 2024, Aggiornato alle 10,44
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I dazi tra Cina e Usa stanno colpendo Cina e Usa

Uno studio dell'UNCTAD rileva che produttori e consumatori dei due Paesi ne hanno risentito, mentre Unione europea, Taiwan e Messico hanno visto crescere le loro esportazioni


A quanto pare i dazi tra gli Stati Uniti e la Cina, introdotti dai rispettivi paesi nel corso della prima metà del 2018, stanno danneggiando solo Cina e Stati Uniti, quest'ultima in misura maggiore. È la conclusione a cui arriva l'UNCTAD, la Conferenza delle Nazioni unite sul commercio e lo sviluppo, in uno studio redatto da Alessandro Nicita.

Lo studio completo

Da aprile 2018 a giugno di quest'anno si è assistito a un forte calo del commercio tra i due Paesi, i prezzi al consumo sono cresciuti e di conseguenza sono aumentate le importazioni provenienti da altri Stati. Analizzando le statistiche commerciali più recenti, lo studio UNCTAD rileva che a pagare il prezzo più alto sono stati sia i consumatori che i produttori degli Stati Uniti, dovendo pagare tariffe e componenti a costi più elevati. La Cina, invece, è riuscita ad assorbire maggiormente l'urto dei dazi Usa abbassando le tariffe delle esportazioni.

Anche se lo studio non si è potuto occupare dell'impatto dei dazi cinesi sulle importazioni statunitensi in Cina, l'UNCTAD stima che le conseguenze dovrebbero essere analoghe: prezzi più alti per i consumatori cinesi, perdite per gli esportatori statunitensi, guagagni commerciali da parte di altri paesi.

Chi perde
Nella prima metà del 2019 i dazi statunitensi hanno causato un crollo del 25 per cento delle importazioni USA di prodotti cinesi, pari a 35 miliardi di dollari, il che al rovescio, osserva l'UNCTAD, mostra la competitività della Cina: nonostante i suoi dazi, ha mantenuto il 75 per cento delle esportazioni statunitensi. Di questi 35 miliardi, 21 miliardi (il 63%) sono stati deviati verso altri paesi, mentre i restanti 14 miliardi sono andati persi o in parte recuperati dai produttori statunitensi. 

Chi guadagna
Dall'altro lato, nella prima metà di quest'anno i dazi statunitensi hanno spinto le esportazioni dell'Unione europea in Usa incrementandole di 2,7 miliardi di dollari, principalmente di macchinari. La provincia di Taiwan ha visto crescere l'export Usa di 4,2 miliardi; il Messico di 3,5 miliardi (agroalimentare), Il Viet Nam di 2,6 miliardi (telecomunicazioni); Corea del Sud, Canada e India tra i 900 milioni e gli 1,5 miliardi di dollari. Ne hanno beneficiato in misura minore altri paesi del sud est asiatico e in misura minima il mercato africano.

In generale, apparecchiature per gli uffici e strumenti di comunicazione sono stati i prodotti più colpiti, calati complessivamente del 55 per cento nelle importazioni cinesi verso gli USA, per un valore di 15 miliardi. A questi beni seguono prodotti chimici, mobili e macchinari elettrici.

«Questi risultati sono un avvertimento globale. Una guerra commerciale non danneggia semplicemente i due contendenti ma compromette la stabilità e la crescita dell'economia mondiale», commenta Pamela Coke Hamilton, direttore trade and commodities dell'UNCTAD, che spera in un «possibile accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina che possa ridurre le tensioni».

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Tag: dazi - usa - cina