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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Gasolio, pedaggi e accise. Le tre istanze che l'autotrasporto pone al governo

Fai-Conftrasporto, Cna-Fita e Trasportounito chiedono interventi urgenti per sostenere le imprese per conto terzi di fronte ai rilevanti aumenti dei costi

(Lav Ulv/Flickr)

Un provvedimento per calmierare il costo del gasolio, un altro per recuperare le accise mensili e un altro ancora per ridure i pedaggi autostradali. L'autotrasporto chiede al governo tre misure urgenti per permettere alle imprese del settore di fronteggiare l'aumento dei costi di trasporto e delle materie prime. L'istanza è partita dal gruppo "Autotrasportatori autonomi", imprenditori del trasporto che insieme a Fai-Conftrasporto, Cna-Fita e Trasportounito si è riunito mercoledì scorso a Marcianise, in provincia di Napoli, stilando un elenco di nove punti per sostenere il trasporto su gomma.

Le imprese chiedono un intervento urgente che «stemperi la tensione», provvedimenti economici come i crediti di imposta per i maggiori costi sostenuti per i carburanti; la previsione di un meccanismo di adeguamento automatico per l'aumento del gasolio; la ripubblicazione aggiornata da parte del ministero delle Infrastrutture dei costi di esercizio che gravano sugli autotrasportatori; infine, l'apertura del tavolo di lavoro permanente sulle regole di settore.

Entrando nel dettaglio, le nove richieste sono le seguenti:

1. Un provvedimento d'urgenza per tutto il 2022 per calmierare il costo del gasolio;
2. il recupero delle accise mensili con possibilità di usugruire del credito dopo dieci giorni da protocollo della pratica;
3. riduzione del costo delle autostrade;
4. un meccanismo di adeguamento dei costi minimi del trasporto al costo del carburante;
5. pubblicazione dei costi minimi di sicurezza e clausola del carburante obbligatoria in fattura;
6. rendere obbligatorio il costo minimo di sicurezza;
7. riduzione del costo del personale;
8. estensione del recupero accide a tutto il settore del trasporto in conto terzi;
9. apertura di un tavolo permanente sulle criticità del settore.

I primi tre punti, a detta della categoria, sono quelli da applicare quanto prima perché fondamentali per mantenere la liquidità d'impresa e per affrontare una crisi «non risolvibile semplicemente ribaltando tutto sulla committenza, che avrebbe come unico effetto quello di indebolire un sistema economico già fortemente provato», scrive una nota congiunta.

Per la Fai-Conftrasporto c'era Ciro Russo, segretario regionale Campania; per Cna-Fita Attilio Musella, coordinatore regionale della Campania; per Trasportounito il vicepresidente Franco Annunziata e il presidente della Campania Antimo Caturano. Infine, in rappresentanza dei trsportatori, Antonella Errico, amministratrice presso ETL Group.

«La situazione è allarmante – spiega Musella - le nostre imprese sono da un anno e mezzo alle prese con il rincaro dei carburanti e delle principali materie prime. Parliamo di aumenti generalizzati di oltre il 25 per cento in un anno, con maggiori costi per oltre 535 milioni di euro che l'autotrasporto non riesce a ribaltare sui propri committenti e che finiscono per scaricarsi interamente sui già risicati margini di profitto delle aziende».

Le sigle sindacati si sono date appuntamento al 17 febbraio per valutare la risposta del governo, a cui è probabile che seguirà uno stato di agitazione in caso di una risposta insufficiente per la categoria.

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