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29 marzo 2024, Aggiornato alle 08,24
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Fit-Cgil, marittimi a rischio con circolare del Mit

Il sindacato ha duramente commentato il documento ministeriale relativo all'applicazione degli emendamenti di Manila alla convenzione per le certificazioni sul lavoro


C'è il rischio di ritrovarsi, alla fine del 2016, con un grande numero di marittimi che non potranno lavorare a causa di un eccesso di burocrazia nato in seguito agli emendamenti di Manila alla convenzione Stcw. Ne è convinto il coordinatore nazionale della Fit-Cisl per il Trasporto marittimo, Giovanni Olivieri, che ha duramente commentato la circolare emanata la settimana scorsa dal ministero dei Trasporti relativa all'applicazione degli emendamenti di Manila alla Stcw (Standards of Training, Certification and Watchkeeping), la convenzione internazionale sugli standard di addestramento, abilitazione e tenuta della guardia per i marittimi.


"L'Italia è arrivata con quattro anni di ritardo all'adeguamento delle certificazioni per i propri marittimi, le quali in base agli emendamenti di Manila sono indispensabili per poter lavorare a partire dal 1 gennaio 2017", spiega Olivieri. "A questo caos – continua il leader sindacale - si aggiunge l'ultima beffa: ieri il Mit ha emanato una circolare che obbliga i comandanti e i direttori di macchina già in possesso del titolo a frequentare corsi direttivi da 300 e 570 ore per poter continuare a lavorare. Quello che ci chiediamo è: come troveranno il tempo per frequentare? Quanto costerà agli armatori la frequenza di questi corsi? È utile che comandanti e direttori di macchina di lunga esperienza seguano corsi in cui si riparte dalle basi della professione? Perché l'Italia è l'unico Paese che ha adottato simili misure?".

"Stiamo assistendo ad una super produzione di circolari ministeriali", spiega il segretario nazionale marittimi Uiltrasporti, Paolo Fantappiè. "Stanno creando sempre più confusione - continua - e condizioni penalizzanti, tanto da mettere in discussione la stessa continuità lavorativa dei marittimi imbarcati. Invece, per quanto riguarda la riforma sull'anticipo pensionistico, non ci è reso possibile capire se tra l'elenco dei lavori gravosi ed usuranti sia compreso anche quello dei marittimi".

"Chiediamo al Mit - conclude Olivieri - di rivedere la sua circolare e siamo pronti a ogni azione per contrastare l'applicazione di tali anacronistiche direttive, che favoriscono soltanto il personale straniero, perché le navi non si possono fermare".