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20 marzo 2025, Aggiornato alle 15,40
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Eventi

Federagenti tiene a battesimo "Confmare"

Nel giorno dell'assemblea annuale nasce la "casa comune" di imprese di mare, di porti e trasporti. Analizzate le realtà di Taranto, Gioia Tauro e Venezia


Battesimo e presentazione informale oggi durante l'assemblea di Federagenti (la Federazione Nazionale Agenti Marittimi) per la "casa comune del mare e dei porti", in seno a Confcommercio, un nuovo soggetto coordinatore tra imprese marittime e logistiche. Ad anticiparlo è stato il presidente di Federagenti, Gian Enzo Duci, che è stato nominato coordinatore nazionale di Confmare (Cino Milani di Fedepiloti vice coordinatore). «Non una nuova associazione o una confederazione», ci tengono a precisare i fondatori, ma «un soggetto chiamato a coordinare l'intera filiera di operatori e imprese che agiscono sul mare, nei porti e nella logistica connessa». L'annuncio è giunto al termine di un'affollata assemblea natalizia di Federagenti che ha acceso i riflettori da un lato sullo stato d'attuazione della riforma portuale, dall'altro su tre realtà portuali, lo scalo passeggeri di Venezia e quelli di trasbordo di Gioia Tauro e Taranto.

Per quanto riguarda Gioia Tauro, una delle criticità emerse è stata l'enorme mole di controlli a cui è sottoposta la merce, con ripercussioni sulla competitività del terminal. Il presidente degli Agenti Marittimi della Calabria, Michele Mumoli, chiede regole più omogenee, allineate a quelle dei concorrenti: il porto del Pireo, è stato evidenziato, subisce una media di 7 ispezioni l'anno mentre Gioia Tauro è oggetto di ben 1,200 ispezioni al mese, «con effetti non tanto sulla capacità di intercettare traffici di stupefacenti ma di limitare fortemente l'efficienza e rendere meno competitivo il porto», sottolinea Mumoli.

A proposito di Venezia, l'assessore del Comune, Simone Venturini, insieme al presidente degli Agenti Marittimi del Veneto, Alessandro Santi, e al presidente dell'Autorità di sistema portuale(Adsp), Pino Musolino, hanno respinto l'idea che Venezia possa rinunciare al suo porto e vivere un futuro di città-museo. Il porto di Venezia, sottolineano ha un peso produttivo pari all'intera Baviera: occupa 14 mila addetti a Porto Marghera, 2 mila a Chioggia, 4,500 nelle crociere, per un totale di 1,034 imprese. In un anno lo scalo ha perso circa 300 mila crocieristi. «La rinuncia delle crociere provocherebbe la scomparsa delle navi passeggeri in tutto il "mare-lago" dell'Adriatico», si legge in una nota di Federagenti.

Per quanto riguarda Taranto, il porto della Marina militare e della siderurgia, esso è chiamato a una trasformazione epocale, secondo il presidente degli Agenti Marittimi di Taranto, Marco Caffio, di cui saranno gli attori tanto gli imprenditori privati quanto l'Adsp guidata da Sergio Prete. Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, ha sottolineato l'importanza di «una vera e propria rivoluzione che consenta di cogliere ogni opportunità anche schiusa dalla Zona economica speciale, utile a radicare attività industriali che esportano o importano attraverso il porto.

Le conclusioni sono state affidate a una tavola rotonda che ha evidenziato la «drammatica» sottovalutazione del valore dei porti da parte del sistema Italia. Zeno D'Agostino, presidente di Assoporti – che martedì ha tenuto la sua prima assemblea - ha definito «assurdo e incomprensibile il fatto che il tema della portualità non rientri nella consapevolezza dei vertici politici e di una Presidenza del Consiglio, quando in considerazione del valore strategico ed economico i porti dovrebbero almeno occupare il 10 per cento del tempo del presidente del Consiglio di qualsiasi governo». Ivano Russo, consigliere del ministro dei Trasporti, ha sottolineato come questo assurdo si perpetui nonostante che il 67 per cento delle materie prime garantiscano allo Stato un gettito annuale di 15 miliardi di euro. Russo, che ha definito «ridicole» e «una boiata» le proposte di spa portuali, ha invitato il settore a concentrare gli sforzi sui provvedimenti (35 su 37) varati da dopo la riforma. Fra queste le nuove norme «rivoluzionarie» sui dragaggi con la trasformazione del concetto dei "fanghi" in "detriti" con una semplificazione delle procedure di smaltimento.

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Foto in alto, da sinistra, il giornalista Alberto Quarati, Gian Enzo Duci, Ivano Russo e Zeno D'Agostino