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02 maggio 2024, Aggiornato alle 15,05
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"Dalla Blue Economy 1,5 milioni di posti di lavoro"

Li prevede, entro il 2020, la commissaria europea per gli affari marittimi Maria Damanaki, ospite di un incontro sul tema organizzato da Confitarma, Federpesca e Federazione del Mare


Quale Strategia europea per lo sviluppo della Blue Economy nel Mediterraneo? Cosa fare per incentivare la crescita di un settore che potrebbe assicurare, nei prossimi anni, oltre un milione di nuovi posti di lavoro? A questi interrogativi si è cercato di dare una risposta ieri nel corso di un incontro organizzato nella sede romana di Confitara da Federpesca e dalla Federazione del Mare. Erano presenti, tra gli altri, Maria Damanaki, commissaria europea per gli affari marittimi e la pesca, e il  ministro dell'Ambiente Andrea Orlando. Dagli interventi è emerso che il cluster marittimo italiano è sempre stato favorevole alla politica di Blue Economy e Blue Growth adottata dall'Ue, in un'ottica "olistica" che consideri lo sviluppo di tutte le differenti realtà legate al mare: turismo, ambiente, ricerca, pesca, nautica e, naturalmente, trasporto.
"La crescita blu – ha detto Maria Damanaki - deve partire dalle istituzioni e dagli stati membri per arrivare alle regioni e alle piccole e medie imprese: lavorare insieme, per superare le sfide attuali e assicurare un utilizzo produttivo e sostenibile di quanto i nostri mari e le nostre coste offrono. La Blue Economy - ha rilevato la commissaria - potrebbe creare fino a 1,5 milioni di nuovi posti di lavoro, specialmente per i giovani, in Europa entro il 2020". L'Italia può fare molto con i suoi ottomila chilometri di coste e le sue tradizioni mediterranee, ha aggiunto la commissaria europea, anche perché, nel corso del 2014, Grecia e Italia si alterneranno alla presidenza dell'Ue e ciò consentirà di lavorare su base annuale per progetti concreti.
Il ministro Orlando ha sottolineato che bisogna guardare al mare, non solo dal punto di vista della tutela ambientale, ma anche come un bene economico: scambi, numeri e attese di crescita occupazionali lo confermano. Orlando ha anche ricordato che la  strategia di crescita blu si inserisce nel quadro delle politiche comunitarie. In questo contesto è importante il tema della transizione, cioè il processo di cambiamento che pesa sulle singole imprese e che con idonee politiche industriali devono essere aiutate a sviluppare nuovi modelli produttivi per adeguarsi alle nuove esigenze di sostenibilità. Il ministro ha concluso il suo intervento lanciando l'idea di una Conferenza nazionale sul mare, di cui l'Italia si fa promotrice anche per lo sviluppo di nuovi sistemi di relazione con i paesi della sponda sud del Mediterraneo.