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28 marzo 2024, Aggiornato alle 16,33
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Crociere, sbarcare a Napoli: che caos

Da una nave da crociera scendono in autonomia non più del 30% dei passeggeri. Russo (Terminal Napoli): «A Napoli la metà di questi tornano indietro dopo cento metri»


di Paolo Bosso (da Repubblica Napoli di oggi)
 
«Martedì sembrava che la stazione marittima di Napoli fosse una specie di diga pronta ad esplodere, riversando migliaia di persone in città, ma in realtà le cose non stanno così». Bruno Russo, direttore generale della Terminal Napoli, la società che gestisce la stazione marittima di Napoli, conosce bene il molo Angioino. Per lui la giornata di martedì scorso è stata tutt'altro che straordinaria. Sommando tutti i passeggeri a bordo, e dando per scontato un booking saturo, martedì scorso alla stazione marittima di Napoli c'erano 11mila turisti a bordo di tre navi da crociera: la "più grande al mondo" Oasis of the Seas (220mila tonnelate e 5.400 passeggeri), Norwegian Epic  (155mila tonnellate e 4.100 passeggeri) e Horizon (46mila tonnellate e  1.828 passeggeri).
 
11mila passeggeri tutti riversati in città a fare acquisti ed escursioni? 
«Credo ci sia stata un po' di confusione sulle aspettative, e il Comune ha una certa responsabilità. Nei giorni precedenti l'arrivo di Oasis sono rimasti impressionati dai numeri della nave, il che sarà anche vero, la nave è particolarmente grande, ma per la stazione marittima di Napoli la gestione di un tale volume di passeggeri è il quotidiano. Oasis con la sua stazza è stata unica ma non eccezionale, ne arriveranno altre. Quasi ogni giorno accogliamo tre navi di cui due con almeno 4mila passeggeri. Ma mica scendono tutti a visitare la città».
 
Quanti passeggeri scendono da una nave da crociera per visitare in autonomia Napoli? 
«Circa il 30%, non di più. Poi c'è un 50% che va in escursione via autobus per andare a Pompei o sul Vesuvio, quindi per la città non passa, e il restante 20% non scende dalla nave. Da queste statistiche sono esclusi un "sommerso" rappresentato da quella parte dall'equipaggio che scende a terra. Loro non sono turisti, ma comprano, eccome se comprano».
 
Quindi, stiamo parlando alla fine di 3mila turisti, non 11mila...
«Non solo, bisogna tenere conto delle forche caudine in cui si imbattono una volta lasciata la stazione marittima. La giungla di operatori tra autobus e taxi, cantieri a cielo aperto e un semaforo che disincentiva l'attraversamento su piazza Municipio».
 
Un bel caos.
«Alla fine, di questi 3mila potenziali bisogna toglierne una buona metà che dopo un centinaio di metri si arrende e torna indietro sulla nave».
 
Cosa c'è che non va?
«Guardi, il porto di Napoli è una risorsa da duemila anni, come tutti i porti, e se la compagnia da crociera sceglie questa città non è per la qualità dell'ormeggio ma per il ventaglio di offerte per i tour operator. Napoli ha tantissimo da mostrare e vendere al turista, ma la sfida è entrare in città, a cominciare dai primi passi fuori dalla nave. Il crocierista vive a bordo di un hotel di alta qualità e quando scende dalla nave si aspetta un'accoglienza simile. Qui a Napoli i passeggeri hanno l'impressione di scendere da una porta di servizio».
 
Cosa chiede al Comune per migliorare l'accoglienza sotto bordo, spingere il turista a superare piazza Municipio e finalmente entrare in città?
«La fine dei cantieri a cielo aperto, maggior sicurezza, un arredo urbano che rispecchi almeno in parte l'ambiente della nave e una miglior accoglienza da parte degli operatori a terra. Una volta fatto questo, bisogna limitarsi a mantenere il livello raggiunto, giorno dopo giorno».