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05 maggio 2025, Aggiornato alle 13,34
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Costa, 85 milioni per ripristino fondali del Giglio

I lavori all'italiana Micoperi. Intanto il sindaco dell'Isola dice di voler mantenere le strutture subacquee realizzate per il recupero della Concordia: stanno ricostruendo l'habitat


Costa Crociere ha stanziato 85 milioni di euro per il ripristino dei fondali all'isola del Giglio dopo il naufragio della Concordia. I lavori, rende noto la compagnia, sono stati affidati alla società Micoperi di Ravenna e partiranno entro brevissimo tempo per una durata complessiva stimata di circa 15 mesi. Il personale impiegato costituito da tecnici, sommozzatori ed equipaggi dei mezzi navali, passerà da un minimo di 50 ad un massimo di circa 150 persone. Come già avvenuto per il progetto di rimozione, sarà l'Osservatorio di monitoraggio costituito in seno alla Regione Toscana a seguire e controllare l'andamento delle operazioni e autorizzare tutte le fasi di lavoro. In parallelo si svilupperà il piano di monitoraggio ambientale coordinato dall'Università La Sapienza di Roma.
E proprio in tema di salvaguardia dell'equilibrio ambientale, il sindaco del Giglio, Sergio Ortelli, ha dichiarato che "mantenere le strutture d'acciaio subacquee realizzate per il recupero della Concordia non è un regalo ai gigliesi, è per l'ambiente". Il primo cittadino dell'Isola ha ricordato infatti che nella comunità scientifica molti e qualificati sono i pareri a favore del mantenimento. Sul fondo del Giglio si trovano attualmente sei piattaforme di acciaio e cemento e 11 anchor block realizzati per ancorare la nave al fondale. "Il sì dei biologi – ha detto Ortelli – conferma che lasciare le strutture aiuta l'habitat, rendendo l'area il luogo della memoria e creando un volano per il turismo subacqueo". Secondo Giandomenico Ardizzone, ordinario di Ecologia alla Sapienza di Roma e consulente per il piano ambientale all'Isola del Giglio, i substrati sono idonei perché il metallo è facilmente colonizzabile e riesce a compensare la perdita di habitat causata dal naufragio e dai lavori necessari per la rimozione. "C'è però da valutare la capacità di durata delle strutture – ha concluso Ardizzone - e quindi individuare il soggetto della manutenzione e della gestione, con gli oneri che ne derivano".