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25 marzo 2025, Aggiornato alle 16,48
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Infrastrutture

Contship punta su Gioia Tauro. Ma non investe

Il gruppo terminalistico sottolinea le potenzialità dello scalo calabrese e ribadisce l'intenzione di far concorrenza ai porti della sponda sud del Mediterraneo. I sindacati però denunciano un progressivo smantellamento degli impianti


Il porto del futuro? Gioia Tauro. Ne è convinta Contship Italia, che in una nota dichiara di essere determinata a puntare sullo scalo calabrese, il quale ha già disponibilità di mezzi e banchine per movimentare il doppio dei 2,3 milioni di teus movimentati l'anno scorso. Gioia Tauro, si legge nel comunicato del gruppo terminalistico, possiede fondali di 18-16 metri e gru capaci di operare sino a 23 file di contenitori, è quindi "l'unico porto nel Mediterraneo in grado di operare già oggi tre navi da 14.000 teus in contemporanea". Il porto calabrese non è in concorrenza con altri scali italiani, ma con i porti della sponda sud del Mediterraneo. "Il gruppo – dice Contship - da anni chiede senza successo misure di supporto che permettano di attrarre nuovi clienti in un contesto di concorrenza distorta che vede i porti del Nord-Africa avvantaggiarsi di un costo del lavoro molto inferiore e regimi fiscali molto più vantaggiosi".
Le dichiarazioni di Contship Italia giungono pochi giorni dopo la presentazione a Londra, durante il "Containerisation International", del piano di investimenti aziendale, che non vedrebbe lo scalo calabrese rientrare nel progetto di potenziamento del gruppo a livello nazionale. A conferma di un progressivo smantellamento - accusano i sindacati - che ha portato in pochi anni il primo terminal del Mediterraneo, per mancanza di commesse, ad attivare la cassa integrazione straordinaria che coinvolge ormai la metà dei dipendenti. "Non siamo preoccupati per la mancanza di investimenti su Gioia Tauro – afferma il segretario del sindacato Sul,  Antonio Pronestì – perché la nostra struttura ha tutte le carte in regola non solo per il transhipment che gli altri porti italiani non hanno, ma siamo fortemente preoccupati per il disinteresse dimostrato da tempo dal gruppo monopolista che gestisce lo scalo, e che lascia anche sei gru inoperose parcheggiate".