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13 dicembre 2024, Aggiornato alle 09,20
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Infrastrutture

Celle, ammine e cemento per assorbire anidride carbonica dalle navi

Le Università di Genova e Torino, insieme alla Ecospray di Carnival, installeranno i primi prototipi entro l'anno. Di cosa si tratta?

(fuelcellenergy.com)

Celle a combustibile a carbonati fusi, ammine e idrossido di calcio. Sono le tre tecniche che nei prossimi anni Ecospray, società del gruppo Carnival, insieme alle'Università di Genova e di Torino studieranno e sperimenteranno a bordo dei mercantili per catturare l'anidride carbonica. Sono stati presentati nei giorni scorsi a Genova, durante un convegno organizzato dall'associazione di tecnica navale Atena.

«Il percorso verso la decarbonizzazione del trasporto marittimo passa attraverso soluzioni diverse, i primi test a bordo di navi partiranno entro fine 2022», spiega Maurizio Archetti, presidente di Ecospray. Su questi progetti sono coinvolti il dipartimento di ingegneria civile dell'Università di Genova per le celle a combustibile, e il dipartimento di scienze della terra dell'Università di Torino per le ammine e l'idrossido di calcio. Ma di cosa si tratta?

La prima cosa da tenere presente è che si tratta in tutti i casi di serbatoi in cui stoccare anidride carbonica. Nel caso delle navi, di assorbirla dalle emissioni prodotte dalla combustione dei carburanti. Le celle a combustibile a carbonati fusi (il cui acronimo è MCFC) sono in fase di sviluppo nelle centrali a gas e a carbone. Usano un elettrolito composto da sali di carbonati fusi sospesi in una matrice a base di ceramica, lavorando ad alte temperature (oltre i 600 gradi celsius) e con un'efficienza del 60 per cento rispetto alla pila a combustibile che usa l'acido fosforico come elettrolito. In questo modo le MCFC non sono inclini ad essere inibite o avvelenate, termini per indicare rispettivamente la riduzione e la reversibilità dei catalizzatori. Dall'altro lato, però, viste le alte temperature di lavoro, riducono la durata delle celle.

L'assorbimento per ammine, invece, composti organici a base di azoto, è una delle tecnologie più diffuse attualmente, seppur in ambito sperimentativo. La temperatura di lavoro è più bassa rispetto all'MCFC (tra 100 e 140 gradi celsius) ma anche l'efficienza è più bassa e richiede modifiche più strutturali alla nave per installarne i serbatoi.

Infine, l'estrazione di anidride carbonica tramite l'utilizzo dell'idrossido di calcio. Una tecnica che, semplificando, utilizza una specie di cemento. L'idrossido di calcio è infatti la cosiddetta "calce spenta", che se applicata sulla superficie del mare riduce l'acidificazione, cioè la quantita di CO2 assorbita dall'acqua. L'anidride carbonica viene catturata tramite la carbonatazione che forma carbonato di calcio mediante calcinazione con un processo di ossi-combustione, producendo come scarti ossido di calcio e anidride carbonica quasi pura.

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Tag: ambiente - zolfo