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06 dicembre 2024, Aggiornato alle 10,44
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Caro gasolio, l'armamento italiano chiede 50 milioni di ristori

Confitarma e Assarmatori hanno proposto al governo una misura da inserire nel prossimo decreto legge da convertire. Il ruolo della nave nel processo di diversificazione e indipendenza energetica

(Ken Hodge/Flickr)

Al tavolo convocato dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con le associazioni del comparto della logistica per esaminare gli effetti della crisi ucraina sulle imprese Confitarma ha chiesto per il settore una misura contro il caro gasolio, un ristoro per la flotta di bandiera. Insieme ad Assarmatori ha elaborato una proposta da inserire nell'iter di conversione del decreto contro il "caro bollette" (il decreto legge 17/2022) per una copertura di 50 milioni di euro. «Il trasporto marittimo – ha detto il direttore generale di Confitarma, Luca Sisto – è un servizio essenziale che da tempo sta facendo forti investimenti per ridurre le emissioni di zolfo e di anidride carbonica, e che quindi merita di essere sostenuto per il ruolo sociale che ha avuto e continua ad avere durante l'emergenza pandemica e nel corso di questa nuova crisi di conflitto».

A proposito della nuova politica di diversificazione e indipendenza energetica provocata dalla guerra in Ucraina, Sisto ha sottolineato come il trasporto mercantile potrebbe svolgere un ruolo importante. «La nave - ha detto - è un'infrastruttura mobile per eccellenza, che consente di diversificare rapidamente i mercati di riferimento. Guardando al settore del gas, la maggior parte del quale arriva tramite gasdotti, il ruolo del trasporto marittimo potrebbe contribuire a ridurre la dipendenza da pochi fornitori». Confitarma da tempo sostiene la necessità di riconsiderare la politica italiana in materia di rigassificatori, visto che oggi sono solo tre quelli attivi in Italia, e di sostenere lo sviluppo della flotta di gasiere. Per poter fronteggiare queste sfide l'associazione degli armatori chiede che venga istituito al più presto un tavolo istituzionale dedicato alla politica energetica dei prossimi decenni che ricomprenda anche i trasporti marittimi.

Dopo aver espresso la preoccupazione per la crisi provocata dalla guerra in Ucraina - manifestando la solidarietà dell'armamento italiano per le popolazioni civili e auspicando un rapido cessate il fuoco - Sisto è tornato a ricordare che l'Italia ha innalzato il livello di sicurezza delle navi al massimo previsto, il MARSEC 3, nel Mar d'Azov e nelle ZEE russe e ucraine nel Mar Nero. «Fermo restando l'assoluta priorità della sicurezza dei nostri equipaggi – ha affermato Sisto – occorre tener conto che ciò comporta alcune criticità per la flotta italiana in quanto siamo difronte ad un disallineamento del livello di sicurezza tra le flotte dei diversi Paesi UE che incide sulla competitività delle imprese di navigazione italiane. Per questo è necessario un allineamento dei livelli MARSEC nel contesto UE».

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