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07 ottobre 2024, Aggiornato alle 17,00
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Logistica

Autotrasporto, tra Austria e Italia non c'è che la strada

CLECAT ed ESC chiedono alla Commissione europea di trovare soluzioni «proporzionate» ai divieti sul Brennero. L'alternativa ferroviaria-modale non è praticabile


In una lettera aperta alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, le associazioni europee CLECAT (European Association for Forwarding, Transport, Logistics and Customs Services) ed ESC (European Shippers' Council), in rappresentanza di spedizionieri, fornitori di servizi logistici e spedizionieri, hanno invitato l'Unione europea a cercare una soluzione «proporzionata» per la fluidità della circolazione delle merci sulle Alpi, in particolare attraverso il Passo del Brennero.

C'è un certo consenso tra gli operatori di Austria, Germania e Italia sul fatto che il trasferimento modale sia l'unico modo per combattere la congestione e ridurre le emissioni. Tuttavia, il potenziamento ferroviario, così come la costruzione della galleria del Brennero, sono estremamente lenti, col risultato che le vie di accesso sia in Germania che in Italia non hanno alternative alla strada.

La lettera di CLECAT ed ESC giunge a sostegno delle preoccupazioni di caricatori, spedizionieri e autotrasportatori che da circa un anno, da quando è arrivata la pandemia, vedono imporsi divieti alla circolazione dei mezzi pesanti che attraversano la regione del Tirolo in Austria. Le misure del governo tirolese sono state ulteriormente ampliate all'inizio di quest'anno con l'introduzione del divieto di circolazione notturna, la rimozione delle esenzioni per i camion Euro VI anche sull'autostrada A12 Inntal, il divieto di circolazione della classe Euro e la rimozione delle esenzioni per i camion Euro V di circolare nel Tirolo durante il giorno.

Pur legittimando le scelte del governo austriaco, CLECAT ed ESC sottolineano come «la congestione durante il giorno è aumentata, portando anche a più emissioni», ha affermato il direttore generale di CLECAT, Nicolette van der Jagt. «Quando i paesi guardano solo alle emissioni sul proprio territorio, trascurano semplicemente la natura transfrontaliera del trasporto e della logistica. Le emissioni di alcune catene di approvvigionamento potrebbero aumentare a causa della necessità di percorsi alternativi più lunghi o trascorrere più tempo nel traffico congestionato».

Le due associazioni, quindi, concludono che, di fronte a una situazione del genere, senza alternative intermodali di rilievo, la circolazione stradale resta la via prioritaria. «La semplice presenza di camion ecologici, senza adeguate alternative, mette a rischio la libera circolazione delle merci dall'Europa Meridionale verso il Nord e viceversa», conclude il segretario generale di ESC, Godfried Smit.