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19 aprile 2024, Aggiornato alle 18,53
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Arbitraggi marittimi, Londra rimane al top

Nella capitale britannica l'83% delle dispute commerciali di settore sorte nel 2019. Ma altri paesi si muovono


di Massimo Granieri - DL News

Sono stati 1730 gli arbitraggi marittimi approdati nel 2019 sulla piazza londinese con un incremento del 14% rispetto al 2018. La London Maritime Arbitrators Association (LMAA) la fa da padrone con 1668 nuovi casi (1483 nel 2018) seguono con grande distacco la London Court of International Arbitration e la International Chamber of Commerce (ICC). "Credibilità e fiducia" è la formula che ha portato la comunità internazionale marittima ad affidare a Londra l'83% delle dispute commerciali marittime sorte nel 2019. Nel 2017 il voto Brexit ha causato una lieve flessione ma gli albionici hanno tenuto duro e rimangono il più importante centro mondiale per le dispute marittime nonostante la crescente competizione globale tuttavia il prestigio conquistato sin dalla lontana nascita dell'istituto del giudizio arbitrale non è una garanzia per il futuro e recenti studi indicano che Singapore e Hong Kong sono i maggiori competitori.

Singapore ha raggiunto lo scorso anno eccellenti risultati aggiudicandosi un carico di lavoro pari a circa il 13% di quello londinese con 229 nuovi casi divisi tra il Singapore International Arbitration Centre e il Singapore Chamber of Maritime Arbitration. Nello stesso periodo l'Hong Kong International Arbitration Centre ha processato circa 44 nuovi arbitraggi marittimi contro i 38 del 2018 che combinati con quelli gestiti dall' Hong Kong Maritime Arbitration Group portano ad un totale pari a circa il 7% del carico di lavoro dei tribunali inglesi. Parigi pur godendo di una consolidata reputazione di antica e riconosciuta piazza mercantile marittima con i suoi due collegi giudicanti, l'ICC e la e Chambre Arbitrale Maritime ha portato in giudizio una quarantina di casi sia nel 2018 che nel 2019 pari a circa il 2,5% del lavoro svolto dai colleghi di oltre Manica. 

Gli Emirati Arabi, ambiziosi di diventare il più importante hub mondiale marittimo, stanno lavorando ad un Emirates Maritime Arbitration Centre di cui non si conosce ancora l'effettiva produttività ed in ogni caso è ancora molto distante dal rappresentare un pericolo all'egemonia britannica. Stesso discorso vale per la Scandinavia che nel 2017 ha fatto nascere il Nordic Offshore and Maritime Arbitration Association. Gli Stati Uniti con la Society of Maritime Arbitrators, la Maritime Arbitration Association e la  Houston Maritime Arbitrators Association non rendono le proprie statistiche pubbliche. In Cina sebbene la China's Maritime Arbitration Commission è descritta come una "fiorente  istituzione arbitrale" in realtà gestisce dispute marittime  a livello regionale in quanto le compagnie marittime internazionali senza  partner o interessi cinesi  raramente scelgono questa  giurisdizione per risolvere le proprie cause e comunque la quasi totalità dei contratti di noleggio a tempo o a viaggio pur avendo una controparte cinese sia essa armatore o noleggiatore contemplano un arbitraggio a Londra secondo la legge inglese.

Questa analisi è comunque parziale e incompleta e non può comprendere tutte le realtà mondiali legate agli arbitraggi marittimi perché non tutte le istituzioni forniscono dati completi per giurisdizione ed inoltre non è facile tracciare le cause che vengono risolte in forma "consensuale" (ad hoc arbitrations). Guardando avanti: indubbiamente la decisione britannica di lasciare la Comunità Europea e i futuri rapporti non ancora definiti con la stessa potrebbero ledere la leadership della "capitale mondiale degli arbitraggi marittimi".

Gli esperti ritengono che le dispute e l'uso dell'arbitraggio sono destinate a crescere in tempi di grande competitività e l'offerta di flessibilità, giudizi veloci a costi ridotti offerti dagli arbitri indurranno gli operatori del settore ad utilizzare sempre di più queste istituzioni per la risoluzione delle dispute nate sul mare.  La questione pandemia da Covid-19 ha prodotto e continuerà a produrre una severa recessione economica con gravi ricadute sul mondo dei trasporti soprattutto quello marittimo che ne rappresenta il quasi 90%. 

Allo stesso tempo, come ha recentemente sottolineato un manager della London Maritime Arbitrators Association che detiene il 95% delle cause su Londra, l'80% del loro carico di lavoro è stato portato avanti durante il lockdown usando solamente documenti cartacei e così facendo l'attività non è stata influenzata dalle restrizioni Covid-19. Audizioni effettuate utilizzando video conferenze, software per la trasmissione dei documenti processuali e l'utilizzo della digitalizzazione hanno permesso di adattare rapidamente questo settore alla nuova realtà con minime perdite di produttività. "Abilità all'adattamento" potrebbe quindi essere questa la chiave con cui si giocherà già da quest'anno la sfida tra i competitors del cluster arbitrale mondiale. 
 

Tag: economia