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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Ancona realizzerà un Posto di controllo frontaliero

Presentato alla stampa nei giorni scorsi, sarà pronto in 13 mesi. 1,600 metri quadri in un capannone della Darsena Marche. Accorpa i controlli doganali, sanitari e veterinari velocizzando i nulla osta

Il presidente dell'Adsp di Ancona, Rodolfo Giampieri, presenta il Posto di controllo frontaliero (Il Resto del Carlino)

Un nuovo Posto di Controllo Frontaliero Sanitario (PCFS) da 1,600 metri quadri. Lo realizzerà l'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico Centrale (porto di Ancona), che lo ha presentato nei giorni scorsi.

Sarà realizzato in accordo con Agenzia delle Dogane, Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza, Comune di Ancona e ministero della Salute, gli enti a capo dei processi di controllo sulla merce in entrata o uscita dai porti italiani. L'investimento complessivo è di 2,4 milioni di euro e prevede una struttura di due piani su un capannone esistente, nell'area ex Tubimar della Darsena Marche. Si tratta di un centro di controllo importante per velocizzare il nulla osta sulle merci, perché li mette tutti insime: controlli doganali, sanitari, veterinari e alimentari, tutti di provenienza extra-Ue. Tempo di realizzazione: 13 mesi. I lavori sono stati affidati all'associazione temporanea d'impresa delle ditte marchigiane Elettro Stella e Mannochi Luigino. 

Il capannone sarà diviso in tre zone: Ufficio di sanità marittima-Usmaf e due Posti d'ispezione frontaliero/PIF-UVAC/Ufficio veterinario.

Si occuperà di ispezioni che nel 2019 ad Ancona hanno raggiunto un volume di 2,760 controlli, di cui la maggior parte (2,376) in partite non alimentari: dispositivi medici, coosmetici, giacche, aghi per tatuaggi, moche per il caffè, stoviglie, tra le altre cose. Le partite del Posto d'ispezione frontaliero-Ufficio veterinario hanno invece riguardato 1,439 controlli, soprattutto alimenti freschi e congelati per gli animali domestici.

Il porto di Ancona movimenta circa 9 milioni di tonnellate di merce. «Se non avessimo rimodernato la nostra struttura a fronte di normative europee sempre più stringenti avremmo rischiato di perderne circa 2.500. In questo modo invece aumenteremo i nostri traffici», afferma il segretario generale dell'Adsp, Matteo Paroli.

Secondo Rodolfo Giampieri, presidente dell'Adsp anconetana, il PCFS consentirà di «incrementare la vocazione commerciale del porto di Ancona, dove lavorano giornalmente 6,500 persone, riducendo i tempi di sosta delle merci e rendendo lo scalo più attrattivo per operatori e armatori».

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Tag: ancona - dogane