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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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2020 anno zero di Carnival: miliardi di dollari di perdite

Nell'ultimo trimestre ha perso quasi 2 miliardi, ed è stato uno dei migliori. Dismesse 15 navi su 19, comprimendo in un solo anno il rinnovo della flotta, che nel 2022 sarà più giovane e capiente

Queen Mary 2 al largo dell'isola di Eleuthera, Bahamas (Tom Mascardo/Flickr)

Il gruppo Carnival Corporation, proprietario di diversi marchi crocieristici, ha chiuso l'ultimo trimestre del 2020 con quasi 2 miliardi di dollari di perdite, archiviando il peggior anno della sua storia, praticamente mai iniziato avendo dovuto fermare tutte le navi da marzo ad agosto, con gli ultimi mesi a gestire un pugno di navi in tutto il mondo schierate in pochi Paesi.

«Il 2020 ha dimostrato di essere una vera testimonianza della resilienza della nostra azienda», afferma Arnold Donald, presidente e amministratore delegato di Carnival. «Abbiamo intrapreso azioni aggressive per implementare e ottimizzare una pausa totale nelle nostre operazioni di crociera a livello globale e abbiamo sviluppato protocolli per iniziare la nostra ripresa scaglionata, prima in Italia per il nostro marchio Costa, seguito dalla Germania per AIDA. Stiamo ora lavorando diligentemente per riprendere le operazioni in Asia, Australia e Regno Unito nel corso del 2021».

Nel rendiconto finanziario di fine anno, il gruppo con sede a Miami spiega come questa situazione senza precedenti l'abbia spinta ad accelerare il processo di rinnovo della flotta, soprattutto per raccogliere liquidità, comprimendo un programma di dismissione pluriennale delle vecchie navi in uno solo, portando alla vendita, principalmente, di 15 unità a partire dalla primavera scorsa, su un totale di 19 programmate. Parallelamente, e in ritardo, seguiranno le consegne di nuove navi, portando a un aumento della capacità della flotta del 14 per cento entro il 2022, facendo scendere l'età media di un anno, da 13 a 12.

Da marzo scorso il gruppo statunitense ha raccolto 19 miliardi attraverso prestiti, azioni, obbligazioni e senior note. Il 2020 si è concluso con una disponibilità liquida pari a 9,5 miliardi di dollari, con un tasso di cash burn nel quarto trimestre leggermente migliore per via delle spese in conto capitale. «Sebbene – spiega Donald - quest'anno abbiamo raccolto capitali principalmente attraverso il debito, negli ultimi mesi abbiamo opportunisticamente rafforzato la nostra struttura di capitale mediante rilanci da 2,5 miliardi attraverso programmi di offerta di azioni al mercato e mediante la conversione anticipata di 1,5 miliardi di debito convertibile. Quando torneremo alla piena operatività, il nostro flusso di cassa sarà il motore principale per tornare al credito».

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