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06 dicembre 2024, Aggiornato alle 11,13
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Traffico marittimo Ue in ripresa ma non in crescita

L'ultimo bollettino dell'European Maritime Safety Agency fa un primo bilancio dell'anno post pandemia. Toccate cresciute del 15 per cento sul primo semestre 2020, ma in calo del 2,3 per cento su quello 2019

(Bernard Spragg. NZSegui/Flickr)

a cura di Paolo Bosso

Nel primo semestre di quest'anno il traffico marittimo nei porti dell'Unione europea è balzato del 15,3 per cento rispetto alla prima metà del 2020, ma è in calo del 2,3 per cento sul primo semestre del 2019. Sono i dati dell'ultimo rapporto mensile dell'European Maritime Safety Agency (EMSA), che da dicembre 2020 monitora l'impatto del Covid sul commercio marittimo. Contenendo anche giugno, permette di fare un primo bilancio complessivo dell'anno post pandemia, che si mostra in ripresa ma non in crescita, con Paesi più colpiti e altri meno.

Leggi il bollettino mensile e semestrale dell'Europan Maritime Safety Organization

A soffire di più sono Paesi come Croazia, Spagna, Francia, Bulgaria, Portogallo, Finlandia e Italia. Quest'ultima vede un traffico in calo del 19 per cento nel 2020 e del 14 per cento nel primo semestre del 2021 comparato al primo del 2019. Più resistenti, ma comunque in calo, sono i porti di Olanda, Germania, Belgio, Lituania, Estonia, Irlanda e Svezia.

Cresce il commercio marittimo Ue-Usa, non riprende pienamente quello Ue-Cina. L'EMSA analizza anche le rotte marittime dall'Europa alla Cina e dall'Europa agli Stati Uniti. Nel 2020, il traffico marittimo dall'Europa alla Cina e agli Stati Uniti è ovviamente diminuito rispetto al 2019, la particolarità è che questo andamento persiste da e verso la Cina mentre quello da e verso gli Stati Uniti è in recupero da marzo scorso, fino a superare i livelli pre-pandemia.

Analizzando gli scali delle navi nei porti dell'Unione europea è emerso che il loro numero è diminuito del 10 per cento nel 2020 rispetto al 2019. Il numero di scali a giugno 2021 è diminuito dello 0,23 per cento rispetto a giugno 2019. I settori più colpiti nell'anno della pandemia sono stati le navi da crociera, quelle passeggeri, le navi specializzate in carico refrigerato e i rotabili. Intanto, il mese scorso il numero di navi ro-pax e ro-ro èaumento rispettivamente del 13 e del 7 per cento.

Elaborando i dati di MARINFO per il 2019, 2020 e 2021, il rapporto EMSA analizza anche gli scali delle navi battenti bandiera degli Stati membri Ue in tutto il mondo, Regno Unito escluso. Un numero che nel 2020 è diminuito del 3,5 per cento rispetto al 2019, con la stazza lorda diminuita dell'11 per cento. Dopo il tracollo del primo lockdown – marzo 2020, ad agosto dell'anno scorso si è  stabilizzato alternando piccole variazioni mensili positive e negative. Tra giugno e luglio di quest'anno si registra un pieno recupero con un positivo 0,2 per cento di variazione sui valori del 2019 e una diminuzione del 7,4 per cento della stazza lorda. Il calo più significativo degli scali del 2021 sul 2019 si osserva sulle navi battenti bandiera di Polonia, Bulgaria, Belgio e Croazia. La Lettonia, invece, mostra un aumento importante.

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