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11 ottobre 2024, Aggiornato alle 17,23
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Armatori - Personaggi

Stefano Messina riconfermato presidente Assarmatori

Sarà affiancato dai vice Achille Onorato (che bissa) e Vincenzo Romeo (nuovo ingresso). "Transizione ecologica mediatica senza tararla sulle tecnologie disponibili"

Stefano Messina, presidente di Assarmatori (assarmatori.eu)

Stefano Messina è stato confermato per altri quattro anni presidente di Assarmatori, l'associazione degli armatori italiani (l'altra è Confitarma). Il nuovo mandato gli è stato affidato all'unanimità dall'assemblea privata dell'associazione, che si è tenuta oggi a Roma. 

Insieme a Messina è stato eletto anche il nuovo consiglio direttivo, che sarà composto dai due vicepresidenti, il confermato Achille Onorato, il nuovo eletto Vincenzo Romeo e da altri otto consiglieri: Stefano Beduschi; Gaudenzio Bonaldo Gregori; Matteo Catani; Franco Del Giudice; Luigi Merlo; Salvatore Ravenna; Pasquale Russo (tutti confermati) e la neo-eletta Maria Celeste Lauro. Infine, sempre all'unanimità è stato confermato il collegio dei probiviri, composto da Giuseppe Giacomini, Anna Ummarino, Salvatore Lauro e dai componenti supplenti Stefano Beduschi e Franco Del Giudice.

«La transizione ecologica, per il settore marittimo ma anche per tutto il mondo del trasporto e della logistica, rischia di essere solo un'operazione mediatica se gli obiettivi non saranno tarati sulle tecnologie effettivamente disponibili». Ha detto Messina durante l'assemblea. «Quella della transizione ecologica», ha continuato, «è una grande sfida che richiede altrettanto grande serietà. 

Quello di cui parla Messina, seguendo l'impostazione dell'International Maritime Organization e dell'Unione europea, è l'esigenza di un sistema di limiti, regole e permessi razionale, che segua la ricerca tecnologica ma anche il mercato, armonizzando questi fattori, a volte eterogenei. Per esempio, c'è l'incognita su quale carburante sia più adatto per la produzione su larga di combustibile pulito ad uso marittimo, se sarà soltanto uno oppure diversi. La loro distribuzione, lo stoccaggio, il rinnovo delle flotte e il loro adeguamento. «Fissare gli obiettivi senza tenere conto delle tecnologie disponibili», ha detto Messina, «è solo un'operazione mediatica. E stabilire penalizzazioni fiscali in assenza di alternative all'uso dei carburanti fossili, servirebbe solo ad alzare i costi del trasporto, senza alcuna contropartita per la collettività e per l'ambiente». 

Concretamente, per l'Italia, continua Messina, «si tratta di mettere in sicurezza e fare applicare nella sua interezza il nuovo regime di aiuti alle imprese marittime approvato dall'Unione europea nel giugno 2020. Va infatti completato l'iter legislativo e regolamentare del nuovo regime, che aggiorna la normativa un tempo legata al solo Registro Internazionale e oggi allargata alle bandiere della UE. Una grande occasione che, se si saprà cogliere a pieno, servirà a rilanciare l'occupazione marittima italiana e non solo, che rimane uno degli obbiettivi principali della nostra organizzazione».

Assarmatori, nata nel 2018, «in questi pochi anni ha saputo conquistare una centralità nella rappresentanza dell'intero mondo armatoriale inteso come quello delle imprese che servono il Paese», tramite anche «il sistema rappresentativo di Conftrasporto-Confcommercio, Imprese per l'Italia e dal grande sforzo che tutte le nostre compagnie hanno affrontato per mantenere attivi i collegamenti marittimi durante la lunga pandemia, nonostante le pesantissime perdite di bilancio».

Infine, ultimo ma non il meno importante fra gli impegni che il presidente di Assarmatori e il nuovo consiglio si sono assunti, è quello di sollecitare governo, parlamento e istituzioni «affinché si ponga mano alla necessaria e non più differibile opera di semplificazione e sfoltimento delle varie burocrazie che tolgono competitività al sistema marittimo italiano, per finire con il ridondante e talvolta vessatorio meccanismo delle certificazioni che riguardano sia l'attività delle navi sia quella degli stessi marittimi. Per un sistema sicuro e competitivo, servono poche regole e controlli efficienti».

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