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19 marzo 2024, Aggiornato alle 09,20
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Sette navi in due anni per il fondo Pillarstone

Il gruppo genovese, con crediti in dieci compagnie marittime italiane, chiude il 2021 con ottimi risultati e si prepara investire 250 milioni di dollari, cedendo navi e acquistandone di usate


Pillarstone investirà nei prossimi due anni fino a 250 milioni di dollari per acquisire sette nuove petroliere. Il fondo formato da Premuda e Finav - che detiene crediti sulle compagnie armatoriali Perseveranza di Navigazione, Fertilia, Finaval, Michele Bottiglieri Armatore, Motia, Morfini, Mednav, Lavant, PB Tankers e Cabotaggi di Navigazione - annuncia così un piano di investimenti ricco di novità.

Il 2021 – che il gruppo genovese chiude con ricavi di 104,2 milioni di euro e un EBITDA di 41,2 milioni (40%), rispetto ai 43,5 milioni e 7,3 milioni (17%) del 2017- è stato un anno a corrente alternata per il settore armatoriale. La pandemia ha avuto impatti diversi a seconda del settore. Il trasporto container è andato benissimo, consolidando profitti e movimentazioni senza precedenti. Nell'ambito cisterniero, se il dry ha fatto registrare performance eccezionali, ben superiori alle medie dell'ultimo decennio, il tanker ha mostrato un trend molto più stagnante, sia nel segmento del greggio che in quello dei prodotti.

La flotta attuale di Pillarstone conta trentuno navi (erano dodici nel 2018), di cui sette portarinfuse e ventiquattro petroliere, due delle quali in consegna quest'anno, due cisterne di nuova generazione, da noleggiare a un armatore giapponese. Come spiega il CEO di Pillarstone Italy, Gaudenzio Bonaldo Gregori, «questa crescita è pienamente in linea coi nostri programmi e a posteriori conferma in pieno la validità del nostro progetto di consolidamento settoriale, cominciato con il turnaround di Premuda nel 2017 e proseguito con il lancio del fondo Finav nel 2019. Se creare la piattaforma e farla crescere è stato l'obiettivo principale dell'ultimo triennio, quello dei mesi a venire sarà dedicato invece a trasformare la flotta e renderla appetibile in un orizzonte di medio periodo per il mercato dei capitali o per un primario investitore strategico». 

Come ha spiegato Marco Fiori, CEO di Premuda e Chairman di Finav Holding, il piano di espansione contempla, tra le altre cose, un certo numero di cessioni di navi non strategiche, con cui finanziare i 250 milioni di dollari che serviranno ad acquistare le sette nuove navi. Le sette navi saranno quasi certamente tutte già operative, realizzate dopo il 2016, non sono quindi nuove costruzioni, anche se «i progetti di new-building – spiega Fiori - non possono essere esclusi a priori», ma richiedono «grandissima cautela», per via del tipo di carburante su cui orientarle, pulito o tradizionale?

Nel 2021 l'attività sale and purchase ha visto, da un lato, l'alienazione di sette unità non più strategiche per la flotta (Four Coal, Four Emerald, Four Diamond, PS Valletta, Marlene D'Amato, Grazia e PS London); dall'altro, Finav Holding ha avviato preliminarmente l'acquisto di una nave cisterna di costruzione sudcoreana-vietnamita del 2019, attrezzata di scrubber. Nelle prossime settimane verranno vendute altre due navi, PS Houston e PS Milano, mentre proseguirà la ricerca di nuove opportunità di acquisto.  «Abbiamo fatto ampio ricorso ad operazioni di sale and lease back ed abbiamo già identificato un'ulteriore ticket da 35 milioni di dollari su tre navi, che contiamo di mettere a terra nel primo trimestre del 2022, a sostegno del nostro capex plan», spiega Roberto Rondelli, partner di Pillarstone Italy.

Nel 2021 il gruppo FINAV ha concluso una prima operazione con BPER Banca per il parziale rifinanziamento di una petroliera. Ma nel piano strategico di FINAV c'è molto di più. Come spiega Enrico Barbieri, CEO di FINAV Holding e CFO di Premuda, l'obiettivo è reperire circa 50 milioni di dollari dal canale bancario tradizionale. 

Per quanto riguarda la riorganizzazione del debito finanziario di Premuda, giunta a compimento a dicembre 2021, «sfruttando al meglio la positiva congiuntura del dry», spiega Fiori, «abbiamo restituito ai nostri creditori bancari oltre 45 milioni di dollari, in anticipo rispetto alle scadenze, e in cambio abbiamo ottenuto la loro partecipazione ad un importante operazione di rafforzamento patrimoniale della nostra società».

Per effetto della nuova manovra finanziaria, la shipping company genovese vede il proprio debito bancario scendere da 117 a circa 44 milioni di dollari. Dopo le difficoltà del 2020, legate in primis alla pandemia, un passo decisivo verso il completo risanamento di quella che, oltre ad essere una realtà storica dell'armamento italiano (fondata nel 1907), è oggi il perno dell'interna piattaforma shipping di Pillarstone.

Tag: genova