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06 dicembre 2024, Aggiornato alle 11,13
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Sanzioni, la Russia programma lo spostamento a Est delle merci

A maggio il traffico container sul Mar Nero calerà del 90 per cento, prevede il gruppo Delo. Un crollo tamponabile liberando 600 mila TEU (o 14 milioni di tonnellate) via ferrovia sui porti dell'Estremo Oriente

Il lungomare di Vladivostok (Raita Futo/Flickr)

Su venti servizi container internazionali che sbarcano in Russia, 14 (pari al 70 per cento del fatturato delle merci movimentate via mare in Russia) hanno sospeso i collegamenti con il Paese, cosa che porterà a maggio a un crollo fino al 95 per cento dei volumi di questo tipo trasportati in Russia. Lo prevede Dmitry Pankov, direttore generale della società logistica Delo, la più grande azienda privata russa nelle spedizioni.

Ma c'è un modo per ridurre al minimo questo tracollo, secondo Pankov, che è intervenuto martedì scorso alla conferenza di apertura della fiera internazionale di settore del Paese, TransRussia. La soluzione è incrementando i collegamenti da Est, dall'Asia. «Più di tutte – afferma Pankov - è stata colpita la regione del Nord-Ovest: da maggio è previsto un calo tra il 90 e il 95 per cento. Con i porti del Nord-Ovest effettivamente fuori servizio è in corso lo spostamento delle merci, in particolare verso l'Estremo Oriente». Azzerato il traffico nella regione di Azov-Mar Nero non resta quindi che spostare questo flusso sull'Estremo Oriente, regione dove tra l'altro proviene la quasi totalità di questo volume.

Le esportazioni non energetiche dalla Russia nel 2021 sono state pari a 191 milirdi di dollari, di cui una parte significativa viene trasportata via ferrovia nei container. È chiaro che di fronte alle sanzioni, quindi al taglio drastico dei rifornimenti nel Mar Baltico, nel Mare d'Azov e nel Mar Nero, non restano che i porti dell'Asia. Secondo i calcoli di Delo, i porti russi che si affacciano sul Mare di Okhotsk e sul Mar del Giappone possono incrementare di 600 mila TEU l'anno la movimentazione di merci, a patto però che venga liberata capacità di trasporto ferroviaria tra le 12 e le 14 milioni di tonnellate l'anno, il che sarebbe possibile, suggerisce Pankov, trasferendo un volume comparabile di carbone e altri carichi generali. È un piano ambizioso, che le aziende del settore stanno valutando insieme al governo russo.

«Dovremmo capire – conclude Pankov - se le infrastrutture portuali di queste regioni possono accettare e gestire la quantità richiesta di carbone e altri carichi generali. Secondo i nostri calcoli, qui possono essere movimentate in totale tra le 18 le 20 milioni di tonnellate. Non c'è dubbio che il trasporto sia più lontano e più costoso ma il sovrapprezzo con tale leva risulta essere tra i 20 e i 40 dollari per tonnellata di carbone, il che non è così grave confrontando questi costi agli attuali prezzi mondiali».

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Tag: russia - economia