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10 maggio 2024, Aggiornato alle 20,10
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Infrastrutture

Porto di Napoli, il commissario alle prese con il Piano regolatore

Karrer: «È più difficile di un piano urbanistico». L'Authority al lavoro per consegnarlo a breve ai Lavori Pubblici. Poi tocca alla giungla delle concessioni


di Paolo Bosso (da Repubblica Napoli di oggi)
 
«È più difficile fare un piano regolatore portuale che un piano urbanistico». La prima uscita pubblica di Francesco Karrer (foto), commissario del porto di Napoli da un mese, va dritta al punto. «Sono deluso. Mi sono trovato di fronte qualcosa che somiglia a un piano di quartiere, e ciò rappresenta un controsenso visto che il porto di Napoli, rispetto alla città, ha una pianificazione lineare, con la stazione marittima a ovest e le concessioni a est». 
Nel giorno in cui il traffico container dello scalo di Napoli segna -10,5% nel trimestre (107mila teu, container da venti piedi), Karrer interviene a un convegno alla stazione marittima dedicato guarda caso proprio ai commissari, presenti attualmente in ben nove autorità portuali su ventiquattro. 
Come ha trovato il porto di Napoli il neocommissario? «È ancora presto per parlarne – afferma Karrer - ho bisogno di studiare ancora. Il fatto è che sono un tecnico con una missione particolare. Ho un certo potere, ma allo stesso tempo i miei mezzi sono limitati». Il potere a cui si riferisce è quello di organizzazione e coordinamento di un porto, ma l'onere di rilanciarlo spetterà poi al prossimo presidente.
Quindi giù a lavorare al Piano regolatore portuale (Prp),  su cui Karrer ha maturato una certa esperienza, avendo lavorato nel 2001 al Prp La Spezia. Quello di Napoli è stato bocciato ad aprile 2013 dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (di cui Karrer è stato presidente da marzo 2010 a novembre 2012). Allora era carente nella Valutazione di Impatto Ambientale e nel rapporto di sicurezza sulla delocalizzazione dei petroli. Ora bisognerà smussarlo e riconsegnarlo al più presto ai Lavori Pubblici per avviare finalmente una programmazione. Senza Prp, infatti, non si possono fare né bandi né gare, né lavorare al Grande progetto, quello da 154 milioni da spendere entro il 2015.
Terminato il Prp, la prossima sfida che attende Karrer sono le concessioni. L'Authority di Napoli ha un credito non inferiore ai 20 milioni di euro che riguarda il 53% dei concessionari. In relazione poi alle concessioni, 85 sono scadute tra il 2012 e il 2013, 41 sono in via di rinnovo e riguardano i petroli, e ben 97 risultano scadute in anni precedenti il 2012, «su cui si sta procedendo caso per caso» si legge in un promemoria del Comitato portuale datato 24 dicembre 2013. Quello delle concessioni «è un problema sotto gli occhi di tutti – conclude Karrer - segnato da profondi conflitti di interesse».