|
adsp napoli 1
01 maggio 2025, Aggiornato alle 08,44
forges1

Informazioni MarittimeInformazioni Marittime

forges4
Armatori

Pirati, quanto contano le scorte armate?

Il governo al momento non intende utilizzare i militari per difendere le imbarcazioni italiane. Ma quanto pesa una scorta armata nella lotta alla pirateria? Un fenomeno talmente esteso da richiedere interventi nella tana del nemico, come in Somalia o sulle navi madre Paolo Bosso


Sarà difficile che a breve il governo trovi un'intesa qualsiasi che possa permettere agli armatori italiani di equipaggiare con militari armati le navi che solcano i mari più pericolosi. Nonostante la richiesta venga da deputati della maggioranza e dal presidente Confitarma Paolo d'Amico, fin'ora dal Parlamento non è arrivato nessun via libera nonostante molti altri paesi europei si sono già mossi in questa direzione. Si perché il fenomeno della pirateria ha ormai raggiunto un'ampiezza senza precedenti. Basta dare uno sguardo agli ultimi dati dell'International Maritime Bureau: 156 attacchi dall'11 gennaio ad oggi, 532 persone attualmente in ostaggio di cui 307 negli ultimi mesi, e una media di 5 milioni di richiesta di riscatto per la liberazione della nave. Cifre da capogiro che hanno fatto esplodere le polizze per chi passa per il Golfo di Aden, aumentate del 300% con costi che raggiungono i 7 miliardi di dollari.
L'ultima nave nelle mani dei pirati è proprio un'unità italiana, la Rosalia D'Amato di Perseveranza di Navigazione, attaccata giovedì scorso a 350 miglia a sud dell'Oman. 
Il fenomeno della pirateria è così grave e urgente perché rischia di influenzare significativamente il commercio marittimo mondiale. I pirati attaccano lungo un'area enorme: 2,5 milioni di miglia nautiche, dal Golfo di Aden fino a pochi chilometri dalle coste indiane in una zona geografica che mette in collegamento l'Est e l'Ovest del mondo. 
La possibilità di avere un equipaggio militare a bordo sarebbe una soluzione importante ma temporanea, in attesa che la politica diplomatica europea coadiuvata da Onu e Nato si metta all'opera per contrastare realmente il fenomeno. Secondo il direttore dell'Imo, Pottengal Mukundan, al momento le vie per fermare i pirati sono due: intervenire sulle navi madre da cui partono le piccole imbarcazioni adibite all'assalto o intervenite direttamente nel territorio somalo
Ha ragione d'Amico a criticare il governo che su questo punto tace inspiegabilmente, ma sarebbe un errore ritenere che il personale armato sia una delle soluzioni più importanti, anche perché, come afferma lo stesso presidente Confitarma, «l'area operativa dei pirati è così estesa che non basterebbero le Marine di tutto il mondo per fermarli».  
 
Paolo Bosso