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06 dicembre 2024, Aggiornato alle 11,13
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Infrastrutture

Next Generation, la ricetta Spediporto per il futuro di Genova

Tra i temi al centro del progetto l'automazione, la digitalizzazione, la sostenibilità ambientale, l'adeguamento infrastrutturale e la creazione di nuove figure professionali


Una Green Logistcs Valley che faccia convivere in modo smart città, attività di impresa, ambiente e tecnologia. È il grande progetto di Spediporto che si concretizza nella necessità di sviluppare automazione, digitalizzazione, sostenibilità ambientale, adeguamento infrastrutturale, formazione e creazione di nuove figure professionali e di promuovere una radicale trasformazione del mercato del lavoro. Tutti questi sono temi che investiranno, con decisione, anche il futuro di Genova. Per questo Spediporto ha inteso con il suo evento pubblico assembleare intitolato NextGeneration incrociare, anche graficamente, il tema della Next Generation Eu con quello della Next GE, ovvero della prossima Genova, della Genova del futuro. Perché deve essere un impegno del mondo imprenditoriale non solo chiedere ma saper proporre. 

"Questa è la ragione per cui, come Spediporto - afferma il presidente Alessandro Pitto - sentiamo il dovere di avanzare riflessioni e proposte: Il settore marittimo e portuale sono al centro di una vera e propria rivoluzione digitale. Negli ultimi 5 anni sono stati investiti circa 3,3 miliardi di dollari di venture capital in startup digitali. Le nostre aziende stanno facendo la loro parte; la nostra Federazione, tramite il gruppo di lavoro che presiedo, è stato l'unico soggetto a proporre 7 progetti di digitalizzazione logistica che il MIT ha fatto suoi e inserito nel PNRR, per un totale di oltre 300 milioni di euro".

Ecco che in una città come Genova – sede di importanti aziende tecnologiche e di centri di ricerca di eccellenze - questo settore potrebbe essere la base di partenza per applicare modelli di sviluppo digitale elevandone al cubo le potenzialità in termini di competitività, attrattività e creazione di posti di lavoro altamente professionali. La Blu Economy si alimenta di merci, passeggeri, cantieristica, turismo, ma dovrà necessariamente essere sostenuta in futuro da un sempre crescente ruolo della smart technology. Non a caso diverse città portuali hanno creato incubatori di startup digitali che stanno riscuotendo un grande successo nella creazione di nuove società e nuovi modelli di business.

•    PORTXL a Rotterdam, 
•    Pier01 a Barcellona, che conta 70 startup e 1000 addetti 
•    Port71 a Singapore

Genova non può essere da meno, ritiene Spediporto. Per questo motivo all'evento, commenta Giampaolo Botta direttore generale di Spediporto, "abbiamo invitato due eccellenze del mondo accademico internazionale Andrew LIM della National University of Singapore e Fernando Alberti professore ordinario di strategie imprenditoriali Università LIUC e membro della Hall of Fame di Harvard Business School. Non possiamo più sottrarci ad un confronto franco con il mondo non solo marittimo ma anche tecnologico. Il progetto della Green Logistics Valley può diventare il volano della nostra economia e la sintesi perfetta tra mondi ed economie, così come è successo con il Porto di Barcellona che ha creato nella ZAL un'area ad altissimo valore aggiunto non solo per il porto me per tutta la città e la Spagna"
"Il progetto di sviluppo della Valpolcevera, proposto da Spediporto ma ampiamente condiviso con tutte le categorie economiche e sociali della città – ricorda il presidente Pitto - è un esempio di progettualità innovativa coniugata opportunamente e sapientemente con la sostenibilità ambientale, capisaldi di una "smartizzazione" del territorio, terziario avanzato e ricerca, perfettamente integrato nel più ampio progetto di Zona Logistica Semplificata, in linea con i trend evolutivi funzionali esistenti a livello internazionale."

L'esperienza internazionale degli ultimi decenni ci ha dimostrato inequivocabilmente che delocalizzare in una delle tante free zones estere, oltre a garantire un risparmio di costi e la fruizione di tutti i benefici logistici, burocratici ed infrastrutturali connessi ad una zona franca, conduce anche allo sviluppo di centri di ricerca e di innovazione, poli di sperimentazione e laboratori di ecosostenibilità, con importanti ricadute sul settore occupazionale di tipo quantitativo e qualitativo.

"La Zona Logistica Semplificata "rafforzata" del porto di Genova, proprio nell'ambito dell'innovativo progetto di sviluppo della Valpolcevera – sottolinea il DG Botta - può innescare non solo un progressivo incremento dell'offerta innovativa ma anche un effetto reshoring, derivante dagli effetti negativi prodotti dall'emergenza sanitaria sulle Global Value Chains, che impongono una loro sapiente diversificazione".

La connotazione del progetto pilota potrebbe avvalorare l'auspicabile scelta di arricchire la valenza catalizzatrice della Zona Logistica Semplificata anche mediante la creazione al suo interno di una zona franca doganale interclusa in ambito portuale ed immediatamente retroportuale.

"La nostra idea – conclude Pitto - è quella di arricchire e dotare la ZLS di un doppio corridoio doganale controllato che consenta lo spostamento tracciato di merci sbarcate nel porto di Genova o nell'Aeroporto Cristoforo Colombo ed essere da lì trasferite in un centro di lavorazione avanzato collocato nell'area inclusa tra il porto di Genova ed il suo retroporto di primo miglio localizzato appunto in Valpolcevera. Qui sono ad oggi presenti e non sfruttati oltre 2 milioni di mq di spazi da destinare a nuove attività (tecnologiche, cantieristiche, farmaceutiche, logistiche, artigianali, etc..)".
 

Tag: porti - genova