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26 luglio 2024, Aggiornato alle 19,41
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Nel porto di Salerno 8 mila tonnellate di rifiuti illegali

Esportati in Tunisia nel 2020, erano stati classificati erroneamente come rifiuti da trattamento meccanico quando in realtà si tratta di materiale sanitario e indifferenziato. Ora sono tornati indietro

(Matt Wiebe/Flickr)

È arrivata domenica sera a Salerno la Martina A, dell'armatore turco Arkas, un general cargo carico tra le altre cose di 213 container di rifiuti, per un totale di 8 mila tonnellate. Sono quelli contesi tra Italia e Tunisia, trasferiti illegalmente nel paese africano dall'Italia nel 2020 e oggi ritornati indietro.

Come informa la Regione Campania, resteranno nella provincia di Salerno, nell'area militare di Persano, nel comune di Serre, per almeno quattro mesi, in attesa che abbiano una destinazione definitiva. Si tratta di rifiuti misti, non riciclabili, che in teoria non sarebbero mai dovuti essere esportati. Nel 2020, una accordo tra una società italiana, Sviluppo risorse ambientali, e una tunisina, Sorepast, aveva ottenuto l'autorizzazione della Regione Campania, una decisione attualmente oggetto di indagine.

Nel frattempo Arkas ha chiesto alla Regione Campania un risarcimento danni di 10 milioni di euro per le spese di deposito nel porto di Sousse in questi anni, che secondo le associazioni ambientaliste sarebbero state pari a 26 mila euro al giorno. «La Regione Campania è responsabile per avere ritardato le procedure di rientro in Italia dei rifiuti sia prima sia dopo le segnalazioni delle competenti autorità tunisine», scrivono i legali di Arkas. 

Per la precisione, secondo un'indagine del 2020 delle autorità tunisine, i rifiuti sono stati classificati come "prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti urbani", seguendo la normativa europea, quando in realtà si tratta di rifiuti misti, per lo più materiale sanitario e indifferenziato, per cui non trattabile, non riciclabile e quindi non esportabile. La loro esportazione ha quindi comportato la violazione della Convenzione di Bamako, che regola l'esportazione dei rifiuti urbani. Come riferisce Il Post, alla base dell'errore di classificazione ci sarebbe la mancata verifica dei container da parte dei focal point della Convenzione di Basilea: due anni fa, quando stavano per essere trasferiti dall'Italia alla Tunisia, i container sono stati invece verificati dalla Api Sousse, l'agenzia per la promozione dell'industria di Sousse, che non ha competenza in materia.

Secondo Tunisia Verte, una rete di associazioni ambientaliste, il ritorno del carico è il frutto di un accordo del 7 febbraio tra Italia e Tunisia, firmato dal ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, dal presidente del consiglio della Tunisia, Kais Saied, e dal governatore della Campania, Vincenzo De Luca.

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Tag: salerno - ambiente