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10 maggio 2025, Aggiornato alle 07,48
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Armatori

Navi fantasma? No, senza soldi

Sono le vecchie carrette del mare, in prevalenza turche, che restano bloccate per mesi nei porti italiani perché abbandonate (insieme all'equipaggio) da armatori a corto di liquidi 


La "Hasan Turan" è una vecchia rinfusiera turca del 1986 ferma da dieci giorni nel porto di Genova. Attende un nuovo carico? Neanche per sogno. E' un rottame di cui nessuno, a cominciare dal suo armatore, sa che farsene. Il problema è che a bordo ci sono 14 marittimi senza paga da due mesi, abbandonati come la nave su cui credevano di potersi guadagnare da vivere.
Ma la "Hasan Turan", è solo l'ultima delle navi turche che sono approdate nei porti italiani, per non partire più. A Savona la nave "Kamut" è ancora ferma al porto industriale. Venne bloccata un anno fa dalla Capitaneria per problemi di sicurezza: gli ispettori dell'Itf (il sindacato internazionale dei marittimi) hanno trovato l'equipaggio con quattro mesi di stipendio in arretrato. "Quando abbiamo contattato l'armatore - racconta al Secolo XIX Francesco Di Fiore, ispettore Itf - non ci ha pensato due volte. Ci ha detto: È vostra, fatene quello che volete". Difficile da vendere anche per la demolizione, perché il solo viaggio verso il cantiere dello smantellamento costa più della stessa nave.
A La Spezia c'è la "Ilke Mete", bloccata da due settimane. Sparito l'armatore, sparito anche il cuoco: i 16 marittimi sono rimasti per quattro giorni senza cibo, fino all'intervento dei volontari della Stella Maris. A Marina di Carrara si è trattenuta per sei mesi la "Mersa 2", dopo un incidente a giugno verificatosi all'Elba. Con 12 marittimi a bordo e un carico di tondini di ferro che non troveranno mai più un acquirente. "In Turchia  - spiega Di Fiore - manca una cultura di protezione del marittimo. Spesso anche le aziende di grandi dimensioni non si curano del destino dei loro equipaggi, quando gli affari vanno male".