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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Infrastrutture

Napoli, continua il blocco al terminal Conateco

Anche oggi una "manifestazione pacifica contro l'Autorità portuale". Gate in e out chiusi. Limitata operatività sulle navi


«Ci dispiace, ma la situazione rimane inalterata, la manifestazione pacifica contro l'Autorità portuale continua, spero ci diano una risposta al più presto». Con questo breve comunicato il terminal container Conateco informa la clientela che sia il gate in che out resteranno «temporaneamente chiusi». Infine, per quanto riguarda le operazioni sulle navi, «stiamo lavorando con uno staff limitato». Vi terremo aggiornati.

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di Paolo Bosso (su Repubblica Napoli di oggi)

 

Ritorna la serrata ai terminal container Conateco e Soteco di Napoli. Ieri mezzo porto bloccato da camion e lavoratori, circa un centinaio, scesi in strada per chiedere all'Autorità portuale l'avvio dei dragaggi, necessari per ripristinare la normalità di un traffico attualmente in seria difficoltà. Ma l'escavo dei fondali è affare legislativo nazionale. «Non si possono chiedere risposte a chi non le può dare» sentenzia il commissario dell'Autorità portuale Francesco Karrer. Si tratta insomma, precisa l'Authority, di decisioni ministeriali da cui l'ente porto dipende. 

Lo scalo di Napoli sta subendo un grosso calo dei traffici container. -10,5% nel primo trimestre e -15,3% solo ad aprile. Un tracollo che spinge inesorabilmente alla cassa integrazione, con venti dipendenti amministrativi Conateco e ventisette lavoratori Soteco (su trenta) a rischio. C'è anche questo nella serrata, ma le modalità sono anomale. «Non si capisce perché mentre in tutta Italia, così come a Napoli, gli ammortizzatori sociali sono concordati tra imprese, sindacati e autorità, per Conateco e Soteco la dirigenza si rifiuta di avviare un tavolo istituzionale» osserva Emanuele Fernicola, responsabile trasporti marittimi Filt-Cgil. 
Da quando si è insediato a maggio, il commissario Karrer ha avviato una stretta sulla riscossione delle concessioni demaniali, un credito per l'Authority non inferiore a 20 milioni di euro, di cui almeno la metà vengono proprio dai terminalisti. «Vorremmo limitarci a far rispettare la legge, tutelando gli interessi pubblici» spiega Karrer. «Non voglio credere che dietro questo blocco delle attività - conclude - ci siano altre ragioni al di là di quelle occupazionali».