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04 dicembre 2024, Aggiornato alle 09,16
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Marnavi pioniere della dissalazione mobile

Progetto unico nel Mediterraneo per rifornire le isole con una "marine mobile desalination unit" certificata Rina, finanziata dall'Europa e approvata dal governo

(Marnavi)

La compagnia marittima Marnavi sta sperimentando da qualche mese un interessante sistema di approvvigionamento idrico per le isole sfruttando la dissalazione mobile navale. È un'iniziativa unica nel Mediterraneo, di cui l'armatore di Napoli è pioniere, ponendosi come alternativa meno inquinante e dispendiosa degli impianti di terra. Un progetto nato nel 2016, certificato dal Rina come marine mobile desalination unit e approvato dal ministero dello Sviluppo economico nell'ambito del programma Horizon 2020. La prima a parlarne sui giornali è stata qualche settimana fa la giornalista Bianca D'Antonio, sul Meditelegraph.

La capacità di stoccaggio è di 5,500 tonnellate e garantisce l'approvvigionamento idrico di diverse isole contemporaneamente, in qualsiasi condizione marina e metereologica. È un sistema su cui da anni lavorano diverse società, anche italiane,

Il rifornimento di acqua delle isole d'estate è una sfida continua. La cronica diminuzione del livello delle falde acquifere (senza dimenticare che le isole tendono a non averle) e l'afflusso del turismo mettono periodicamente in crisi l'approvvigionamento. Nei giorni scorsi, per esempio, una cisterniera di Marnavi è stata inviata dal ministero della Difesa per integrare il fabbisogno dell'arcipelago delle Eolie

Oltre all'impatto sulle coste, che in Italia tendono ad essere più delicate che altrove, gli impianti di terra influenzano il bioma circostante per via dello smaltimento della salamoia a ridosso della fascia costiera. Un dissalatore mobile, oltre ad abbattere l'inquinamento, riduce i costi energetici grazie a un processo di produzione più semplice. Inoltre, potendosi muovere, può servire più comunità isolane simultaneamente. 

Come funziona la dissalazione mobile
«Si crede che la dissalazione avvenga prendendo l'acqua di mare e buttando il sale. Non è così. Dall'acqua dissalata si tira fuori la salamoia che rilasciata in grandi quantità in un unico punto, vicino la costa, come accade negli impianti di terra, inquina», spiega Domenico Ievoli, amministratore unico di Marnavi. Come funziona la dissalazione mobile? È in mare aperto che avviene la produzione. L'acqua, prelevata su fondali profondi diverse centinaia di metri, viene prima filtrata per eliminare batteri e particelle dannose, poi inviata alle membrane ad osmosi inversa, la dissalazione vera e propria che separa il permeato dalla salamoia, che viene poi portata a poppa e disciolta lentamente al largo mentre la nave è in movimento, con l'azione dell'elica che contribuisce ad un'ulteriore dispersione del concentrato. Il permeato, il prodotto finale del processo a osmosi inversa, viene infine rimineralizzato rendendo potabile l'acqua. «La caratteristica fondamentale è la discarica della salamoia», spiega Fernando Esporito, direttore tecnico di Marnavi,  «se dobbiamo rifornire un arcipelago di sette isole, per esempio, dovremmo installare sette impianti terrestri, quando basterebbe invece un solo dissalatore mobile».

Tag: ambiente